Acquapendente

Scheda tecnica

Acquapendente

Acquapendente
di F. Lazzari

Data istituzione Monte di pietà: 1658
Fondatore: vescovo Nicola Leti

Scheda storica

Subito dopo la distruzione di Castro e il conseguente trasferimento della Diocesi ad Acquapendente, il Vescovo Nicola Leti promuoveva, già nel 1658, la nascita di un Monte di pietà, a giovamento della città stessa e per i bisogni dei poveri, secondo quanto raccomandato dal Sacro Concilio, per l’esercizio del prestito contro pegno subordinato al pagamento di un modesto interesse per provvedere alle spese necessarie. Il Monte, che ricadeva sotto la piena giurisdizione vescovile, era retto da un depositario, un conservatore dei pegni e altri ministri come prescritto negli statuti e relativi capitoli. I depositi sia volontari che giudiziali non erano ovviamente retribuiti. La documentazione relativa al Monte di pietà del primo periodo è andata purtroppo perduta con l’unica eccezione di un registro dei depositi della fine del XVII secolo. Il documento si è conservato indenne per un caso decisamente fortuito; esso, infatti venne riutilizzato per lo stesso scopo a partire dal 1851.

Nel libro i primi fogli erano dedicati alla notificazione dei riscatti, con il relativo interesse pagato, oppure al rinnovo dell’impegno, mentre dopo una serie di fogli bianchi trovavano posto le registrazioni dei depositi. Il sistema usato denota la presenza di altri registri nei quali venivano annotati natura e valore dei pegni; la registrazione del riscatto, infatti, avveniva citando solamente il numero delle operazioni, la prima delle qualli era avvenuta in data 14 dicembre 1686: “1712, riscosso, scudi 0,40”. A partire dal foglio 120 erano registrati i depositi, mentre nelle pagine affrontate trovavano posto i relativi prelievi. Sulla prima pagina del registro furono riportati anche due tentativi di furto avvenuti rispettivamente il 5 aprile 1695 e il 15 dicembre 1702. Le pagine bianche del registro vennero quindi riutilizzate a partire dal 1851, esattamente il 18 di aprile, per l’inventariazione dei depositi appartenenti ai luoghi pii di Acquapendente. Alla fine del registro trovavano ancora posto operazioni d’impegno per il periodo dal 1870 fino al 1886.

Notizie del Monte di pietà tra i due periodi prima descritti, trovano eco solamente nelle visite pastorali del vescovo Mons. Simone Gritti avvenute nella prima metà del Settecento. Nella visita del giugno 1732 il vescovo provvide a riformare parzialmente l’istituto. Al fine di alleviare il compito del cassiere e dello stimatore, la durata delle cariche fu ridotta a tre anni, aumentando al contempo il numero dei funzionari, quattro per ogni ufficio. Al momento della nomina dei nuovi funzionari, gli ufficiali uscenti dovevano essere esclusi dal bussolo per esservi poi di nuovo inseriti in vista dell’elezione successiva. Fu previsto inoltre che i pegni fossero inderogabilmente messi al bando passati venti mesi dall’impegno, restituendo sempre ai legittimi proprietari il di più ricavato dalla vendita.

Il Monte fu quindi ricostituito nel 1874 secondo le norme stabilite nella legge 3 agosto 1862 sulle Opere Pie. Il capitale fu costituito in lire 3500 e i prestiti furono erogati ad un tasso annuo del 4% per un periodo di un anno rinnovabile. Ancora in questo periodo l’istituto continuò a ricadere, come tutti i Monti di origine ecclesiastica, sotto l’amministrazione del Vescovo il quale provvedeva a nominare il depositario dei pegni e il cassiere i quali erano tenuti a depositare una cauzione per poter svolgere il proprio mandato.

Da quel momento furono tenuti diversi registri contabili, oggi conservati presso l’archivio capitolare di Acquapendente: un registro per le vendite, uno per i depositi o prestiti, un registro d’introito e uno di esito. Le operazioni d’impegno risultano attive fino al 1924, mentre dopo questa data l’attività del Monte, descritta ancora in due registri di bilancio preventivo, riguarda solo l’amministrazione ordinaria inventariata fino al 1942 quando furono riportate le somme relative ad un libretto al portatore della Cassa di Risparmio di Viterbo e la spesa di 26,30 lire per le spese postali del periodo 1939-1942.

La situazione del Monte risulta oltremodo evidente nella lettera del 17 settembre 1937 inviata alla prefettura di Viterbo nella quale il presidente dell’istituto, oltre ad informare della situazione patrimoniale, precisava che il Monte di pietà, essendo in via di trasformazione, non funzionava già da diversi anni e non aveva capitali destinati alle operazioni di prestito su pegno.

Note bibliografiche e Riferimenti archivistici

Archivio Capitolare Cattedrale di Acquapendente ( da ora ACCA), Bullarium, I, 1650-1660, Erectio Montis Pietatis 21 aprile 1658, cc. 137-139v.; Monte di pietà (MP), Libro dei depositi, 1686-1707; 1851-1870;MP, xxx; Visite Pastorali, Gritti, 1732 e 1738; Bilancio preventivo dell’entrata e dell’uscita per l’esercizio finanziario 1937-39 ; MP, Registro di esito

Achivio Comunale di Acquapendente, Monte di Pietà, b. 23, fasc. 1-30.