Acuto

Scheda tecnica

Acuto

Acuto
di F. Lazzari

Data istituzione Monte di pietà: 1613
Fondatore: vescovo Antonio Seneca

Scheda storica

La storia del Monte di pietà di Acuto “rimonta all’anno 1613 colla esazione del grano il giorno che voleva pagarsi per i pubblici banchetti il giorno dell’Assunzione della Beata Vergine, esatto per quattro anni e venduto con il prodotto venne istituito il Monte di pietà come si rileva dalle risoluzioni consigliari del 29 settembre 1613 e 28 ottobre 1620”.

Il capitale venne dunque costituito con il ricavato della vendita del grano eccedente. A farsene promotore fu il vescovo di Anagni Antonio Seneca, signore della Terra di Acuto. Questi, già prelato della Congregazione della Riforma, fu autore di qualificati testi che tendevano a regolamentare la complessa procedura delle visite pastorali, nei quali una grande attenzione fu riservata agli adempimenti amministrativi e alla necessità di completezza di documentazione, relativamente ad ogni singola visita.

Le linee generali fissatenei capitol, che portano la data del 9 agosto 1774, erano quelle oramai consuete: il prestito era riservato ai soli cittadini o domiciliati ad Acuto mentre la somma massima era stabilita in trenta paoli al tasso, che rimaneva invariato, del 2% annuo; potevano essere impegnati oggetti in oro, argento, rame, tela di canapa o lino; i pegni erano valutati la metà del loro valore e, quelli non riscattati, potevano essere banditi solamente dopo un periodo di tre anni; il maggior ricavato dalla vendita doveva essere restituito al legittimo proprietario; era prevista la scomunica per il montista e il cancelliere che si fossero appropriati del denaro del Monte. Nuovo montista fu eletto il tenente Antonio Savelli.

Alla fine del secolo successivo l’istituto, amministrato ora dalla locale Congregazione di Carità, era entrato inevitabilmente in crisi – nel 1887 il capitale era di appena 900 lire – e si era pensato di cessarne l’attività, ma venne tenuto in vita in considerazione del fatto che era stato appena chiuso il Monte frumentario (20 febbraio 1887) il cui capitale era stato convogliato nel Monte di pietà.

A seguito della nuova normativa sulle opere pie, i prestiti venivano ora elargiti oltre che contro pegno anche con emissione di cambiali e attraverso obbligazioni di “sicurtà personale”. I prestiti variavano da un minimo di una lira ad un massimo di mille con un interesse del 6% annuo.

La soppressione fu solo temporaneamente rinviata. Il 5 luglio 1907 fu infatti decisa la liquidazione dell’istituto, già deliberata nella seduta del 7 ottobre dell’anno precedente, e il suo capitale dirottato a favore dell’ospedale poiché non vi era più la necessità visto il denaro che in abbondanza proveniva dagli emigranti.

Note bibliografiche e Riferimenti archivistici

F. PIOLA CASELLI, Monti di Pietà e Monti frumentari nel Lazio, in Monti di Pietà e presenza ebraica in Italia (secoli XV-XVIII) a cura di D. MONTANARI , Roma, 1999.

Archivio Comunale di Acuto (ACA), Congregazione di Carità (CDC), Delibere, b. 3, fasc. 12, 1901-1920.

ACA, CdC, b. 1, fasc. 1, 1752-1755, Nota alli pegni del Sagro Monte di Pietà di Acuto rinnovati nella casa ereditaria di Francesco Maria, Stefano e Bernardino Sanelli fratelli, in occasione della consegna fatta al sig. Gregorio Desiderati nuovo montista nel mese di ottobre 1752.

ACA, CdC, b. 1, fasc. 2, 1774-1790.