Caravaggio

Scheda tecnica

Caravaggio

Caravaggio(BG)
di Laura Vavassori

Data istituzione Monte di Pietà: 1575
Fondatore: Bonsignore de Bonsignori

Scheda storica

L’istituto venne alla luce nella seconda metà del Cinquecento in seguito al dilagare di condizioni socio-economiche negative che avevano costretto la popolazione a contrarre prestiti sempre più gravosi e a ricorrere spesso ai banchi ebraici per far fronte alla situazione. A Caravaggio, infatti, operava una colonia di ebrei inserita nel commercio di metalli preziosi e nel credito che spesso veniva bersagliata dalle predicazioni dei Minori Francescani presenti nel borgo, in particolare dalla figura del frate Aloiggi de Giusti, alle cui esortazioni fanno riferimento anche gli statuti del Monte.

Questo nacque dalla volontà di un ricco mercante-banchiere, Bonsignore de Bonsignori, che, preoccupato di compensare le ricchezze mal acquisite e di salvare la propria anima, nominò erede universale di tutti i suoi beni un istituto benefico, a condizione che questo fondasse un Monte di Pietà entro due anni dalla sua morte. Nel 1575 l’istituto cominciò la sua attività amministrato dai deputati del Santuario ed il 25 giugno 1577 il suo statuto ottenne l’approvazione del re di Spagna Filippo II, nonché la ratifica del senato milanese; l’erogazione dei prestiti era gratuita e non ammetteva arbitrarietà o facili corruzioni, in quanto gli statuti avrebbero reso corresponsabili tutti i deputati, senza distinzione. Il funzionamento di questo Monte fu sempre strettamente legato all’ospedale e al Santuario caravaggini ma, nonostante la presenza ecclesiastica, la sua gestione amministrativa rimase di tipo laico, generando spesso conflitti di competenza, ribellioni e ritrosie da parte dei deputati del Monte di fronte ai tentativi di intrusione dei vari esponenti clericali.

La volontà di sottrarsi ad ogni tipo di controllo si manifestò presto concretamente nell’erezione di un nuovo Monte in seguito alla cessione di beni da parte di un laico: gli amministratori fissarono disposizioni, regolamenti di carattere laico e non accettarono visite pastorali, data la natura “profana” del nuovo istituto. In queste condizioni il Monte fu in grado di contribuire al superamento della congiuntura negativa del 1630 erogando il proprio denaro alla comunità a condizioni vantaggiose. In seguito alle accuse di cattiva amministrazione rivolte alla Congregazione del Santuario, venne rielaborato un nuovo regolamento, suggellato il 28 settembre 1626 da Filippo IV di Spagna; purtroppo, però, la graduale intrusione dei nobili nella copertura delle cariche e nel conseguente utilizzo dei fondi a titolo personale causò frequenti episodi fraudolenti.

Con la dominazione austriaca, subentrata a quella spagnola nel XVIII secolo, Caravaggio ebbe una nuova ristrutturazione amministrativa che condizionò il funzionamento del Monte: controllato costantemente dal potere politico, perse la sua secolare autonomia gestionale. I tre istituti caritativi vennero forniti di un nuovo regolamento che entrò in vigore il 10 gennaio 1771, nel quale appariva già molto determinante l’intrusione del potere regio.

Con la sua ascesa al trono, Giuseppe II impose il controllo esclusivo della Corona sul Monte, che venne sempre più sottoposto a rigidi controlli e a consistenti trasformazioni: le sostanze dei tre pia loca non ebbero più un’amministrazione unitaria, ma vennero divise ed affidate a persone scelte dallo stesso governo asburgico con il compito di amministrarle secondo metodi e criteri ben precisi.

I bilanci consultabili testimoniano proprio il successo della politica condotta, in quanto il Monte riuscì sempre a mantenere un capitale di giro stabile e consistente.

Note bibliografiche e Riferimenti archivistici

G. Castelli, Il Monte di Pietà a Caravaggio, 1950.

T. Santagiuliana, Caravaggio. Profilo storico, Travagliato 1981.