Cremona (1490)

Scheda tecnica

Cremona (1490)

Cremona
di Daniele Montanari

Data istituzione Monte di Pietà: 1490
Fondatore: Michele da Acqui

Scheda storica

Il 17 dicembre 1490 Gian Galeazzo Maria Sforza approvava i capitoli statutari del Monte di Pietà, fondato dopo la predicazione del francescano Michele da Acqui. Il nuovo istituto sorgeva all’interno dell’Ospedale Maggiore e iniziava la sua attività prestando gratuitamente il fondo di dotazione raccolto fra l’intera cittadinanza. Per ovviare al graduale assottigliarsi di questo fondo la Comunità decideva di accreditargli in conto capitale il “denarino di carne”, pagato al fisco dai macellai. Le pressanti esigenze finanziarie della città consentivano però questo storno solo per alcuni anni (1504-1512), facendo poi precipitare l’istituto in una cronica deficienza di mezzi. Un primo tentativo del Consiglio cittadino di riformarne gli statuti, prevedendo la remunerazione dei depositi al 5% e l’onerosità al 6%, veniva bocciata dal Senato milanese. La popolazione cremonese continuava pertanto a servirsi del prestito erogato dai banchieri ebrei, presenti e molto attivi in città fino all’espulsione dallo Stato, decretata da Filippo II sul finire del secolo. La diaspora della Comunità andò ad in grossare le fila di quella mantovana, sia della città che dei borghi confinanti, da cui i banchieri israeliti continuarono a intrattenere buni affari con il Cremonese.

Il venir meno di una solida finanza ebraica obbligò le autorità cittadine a rispolverare il piano per la riforma del Monte. Nel marzo 1612 il Consiglio generale deliberava di erigerne uno nuovo, debitamente dotato attraverso storni fiscali e saldamente controllato dal potere politico. Il piano generale non riuscì però mai a decollare, facendo dell’istituto in Età moderna una semplice articolazione caritativa dell’Ospedale maggiore, con una dotazione sempre ai limiti dell’irrisorietà. L’inconciliabilità fra aumento della domanda di credito ed esiguità dei fondi accresceva a dismisura il potere discrezionale dei funzionari, tentati da un suo utilizza arbitrario, sconfinante spesso nella concussione. Al riparo della conclamata carenza dotale si sentivano autorizzati a soddisfare le richieste degli uni a scapito degli altri, innalzando il donativo a norma consuetudinaria per compensare il loro intervento. Non mancaro inoltre gli intacchi, mai seriamente colpiti da una giustizia lontana, cui il patriziato cittadino poteva rivolgersi, trovando solidarietà cetuale nei meandri dei tribunali milanesi.

Sulla scia della riforma per il Monte di Milano, voluta dal governo nel 1785, anche quelli dello Stato dovevano essere riorganizzati per migliorarne l’attività operativa. A Cremona però il progetto falliva, mettendo a nudo i limiti delle scelte asburgiche in materia. Solo la radicalità dell’intervento napoleonico ne avrebbe sovvertito le strutture, dopo avergli fatto pagare il solito tributo alle esigenze della guerra e della conquista militare.

· La sede era ubicata presso l’ospedale di Santa Maria della Pietà.

Note bibliografiche e Riferimenti archivistici

D. Montanari, Il credito e la carità, vol. I, Monti di Pietà delle città lombarde in Età moderna, Milano, 2001, pp. 135-158.

· Riferimenti archivistici

Frammenti dell’archivio del Monte sono conservati presso l’Archivio di Stato di Cremona