Montebuono

Scheda tecnica

Montebuono

Montebuono
di F. Lazzari

Data istituzione Monte di pietà: 1609
Fondatore: cittadino Giovenale Giovenali

Scheda storica

Attraverso il registro del “Sacro Monte di Pietà della Terra di Monte Bono” è stato possibile ricostruire con buona approssimazione le vicende relative a questo istituto che nacque ufficialmente il 6 luglio 1609 con un atto rogato da Vincenzo Mauro notaio di S. Agata. Esso registrava la volontà del cittadino montebonese Giovenale Giovenali di voler istituire, con un lascito di 500 scudi, un Monte di pietà ed un Monte frumentario dotandoli ciascuno di duecentocinquanta scudi. I due istituti avevano, però, una amministrazione separata. Nell’unico registro pervenutoci, infatti, sono registrate solamente le operazioni relative al Monte pecuniario, mentre si riscontrano notizie del Monte granatico solamente dall’inventario ordinato in occasione della visita pastorale del vescovo Baiardi a causa della mala amministrazione dei montisti, ed effettuato in data 3 febbraio 1742 alla presenza dell’arciprete vicario foraneo pro-tempore di Montebuono il quale, per volontà del fondatore, era stato designato rettore della sacra istituzione.

Il Giovenali aveva anche predisposto che il lascito a favore delle due opere pie fosse investito in beni stabili affinché ne fosse garantita la conservazione, nonché la presenza nel tempo di un rappresentate della sua stessa famiglia. Nelle pagine del registro venivano annotati, oltre alle normali operazioni di prestito, anche i resoconti delle visite pastorali, i depositi delle varie compagnie e confraternite e le sentenze emesse contro i funzionari condannati a risarcire il Monte per aver causato danno al medesimo vendendo i pegni ad una somma molto inferiore al loro effettivo valore.

Il non irreprensibile comportamento dei montisti portò il vescovo Filippo Bruni vicario Ponente di Sabina, per conto del Cardinale Giovanni Francesco Albani, a redigere un nuovo regolamento che ribadiva i principi originari e che doveva rimanere affisso presso le stanze del Monte.

Tra le disposizioni prese, al fine di garantire la sussistenza del luogo pio come aveva disposto il Giovenali, si diede mandato al montista Tommaso Parmeggiani di eseguire la sentenza emessa contro i precedenti montisti, garantendogli “per l’incomodo” sei scudi ogni cento. Si ordinò che i montisti, presenti e futuri, provvedessero alla scadenza annuale dall’impegno, al bandimento dei pegni, sempre con l’assistenza del vicario foraneo e un membro della casa Giovenali. Si confermò il “lodevole costume” del pagamento della somma di due baiocchi, uno al momento dell’impegno e uno al momento del riscatto. Come elemento di novità venne introdotto il pagamento di una cauzione da parte dei montisti previa approvazione dell’arciprete e del rappresentante della famiglia Giovenali. Venne ribadito che né l’arciprete né i suoi coadiutori potevano assumere le cariche di funzionari del Monte.

Nella relazione venne riconosciuto il buon operato degli attuali montisti, Tommaso Parmeggiani e Alessio Ruggieri, un giudizio confermato poi nella successiva visita pastorale del 20 maggio 1771. Dopo questo periodo le notizie si fanno più incerte e confuse.

L’ultimo atto documentato è, invero, il versamento da parte di Giuseppe Giovenali che nel 1814 versò nelle casse del Monte venti scudi ad estinzione del debito di 30 scudi del defunto padre, il quale era stato condannato dall’E.mo Archetti a risarcire l’istituto, in solido con gli eredi Sassi che provvidero al pagamento dei residui dieci scudi.

Da quel momento, non si ha nessuna prova documentale circa l’esistenza del Monte di pietà né, tanto meno, di quello frumentario. Il cerchio si chiuse perciò con uno strano disegno del destino, dal fondatore Giovenale Giovenali che istituì il capitale iniziale al suo erede che ne depauperò le casse.

Note bibliografiche e Riferimenti archivistici

Archivio Storico Comunale di Montebuono (A. St.C. Montebuono), Archivi dell’Assistenza, Monte di pietà, 1697-1814.

A. St.C. Montebuono, Deposito a favore della Cappella della Pietà, 1 marzo 1739 e versamenti del 27 aprile e 1 maggio 1739 a favore della Compagnia del SS. Sacramento; Visita pastorale Filippo Bruni, 20 aprile 1768, cc. 155-156; Visita pastorale Carlo Rezzonico, 13 aprile1774.