Pesaro (1469)

Scheda tecnica

Pesaro (1469)

Pesaro
di S. Ricci

Data istituzione Monte di Pietà: 1469
Fondatore: Alessandro Sforza – Signore di Pesaro – d’accordo con il Vescovo – Giovanni Benedetti – ed il Comune

Scheda storica

Il Monte di Pietà fu istituito nel 1469 per volere di Alessandro Sforza, Signore della città, d’accordo con il Vescovo, Giovanni Benedetti, ed il Comune. Il Monte ebbe, per tutta la sua esistenza, lo scopo principe di sovvenzionare la classe meno agiata della città con prestiti di modesto ammontare, su pegno di oggetti preziosi e non, dietro pagamento di un ‘interesse’, che nel tempo oscillò tra il 3 % ed il 7 % annuo. Una riorganizzazione del Monte si ebbe nel 1531 per iniziativa di Francesco Maria I Della Rovere, Duca d’Urbino, che dettò la prima – per così dire – ‘legge organica’ dell’istituto. Nel 1598 su “suggerimento” dell’ultimo Duca d’Urbino, Francesco Maria II Della Rovere, furono redatti i Capitoli del Santo Monte della città di Pesaro – il primo Statuto giunto sino a noi – che riformava quello di fondazione. I Capitoli del 1598 rimasero in vigore anche dopo la devoluzione del Ducato urbinate alla Sede Apostolica infeudante – 1631 –, ma nel 1720 furono redatti i Capitoli per i depositi – un Regolamento specifico per l’attività di deposito che prima mancava – e nel 1788 i Capitoli per il buon Regolamento del Sacro Monte – una nuova redazione statutaria, alquanto particolareggiata, sostitutiva di quella del 1598. Durante il periodo ducale ed il periodo pontificio, l’amministrazione ed il governo del Monte competevano ad un Collegio di dodici Rettori, provenienti dal Consiglio cittadino. Sul finire del ‘700, evidentemente durante l’occupazione francese, il Monte soffrì di perdite in denaro per la somma di circa 7000 scudi, a causa di gratuite restituzioni dei pegni ordinate dalla ‘Municipalità’; inoltre perdette circa altri 3000 scudi in censi cassati, e per questo rimase chiuso per qualche tempo. Successivamente, grazie a ‘qualche pia elargizione’, poté riprendere l’attività che non ebbe più interruzioni. In seguito all’unificazione nazionale l’istituto Monte di Pietà subì una svolta drastica; in esecuzione del Decreto del Commissario Generale Straordinario per le Marche del 24 ottobre 1860 n. 142 (Decreto Valerio), della Legge del 3 agosto 1862 n. 753 (Legge Rattazzi) e della Delibera municipale del 30 novembre 1863, il Monte di Pietà, come gli altri luoghi pii del Comune di Pesaro, fu posto sotto l’amministrazione della locale Congregazione di Carità, che amministrò tutti i suoi beni – separatamente da quelli degli altri luoghi pii di Pesaro – mantenendo sempre il fine cui era destinato per fondazione. Il Monte di Pesaro, con altri locali luoghi pii, fu posto nella terza sezione, delle tre costituite internamente alla Congregazione, detta ‘Beneficenze ed Elemosine’, sotto la cura di due Deputati che lo dovevano dirigere e soggetti alla sorveglianza del Presidente della Congregazione. Seguì un periodo denso di cambiamenti istituzionali interni al Monte: gli Statuti del 1869/71/72/73, il Regolamento interno del 1875 ed i Capitoli del Depositario del 1884. La Congregazione di Pesaro continuò senza interruzioni nell’amministrazione del Monte fino al 1889, quando in seguito al Regio Decreto del 10 febbraio n. 5921 sulla riforma delle Amministrazioni comunali e provinciali tutti i suoi membri si dimisero, poiché il Sindaco ed il Consiglio comunale potessero procedere a nominare il nuovo Presidente ed i componenti della Congregazione di Carità, che solo nel 1937, con Legge del 3 giugno n. 847, fu soppressa e sostituita dall’Ente Comunale Assistenziale (ECA). La configurazione di ente pubblico fu assunta dal Monte in seguito alla Legge del 17 luglio 1890 (Legge Crispi sulle IPAB – Istituzioni di Assistenza e Beneficenza Pubblica –), fu infatti lo Statuto organico del Monte del 1907 che fissò che ove non disponesse lo stesso sopperivano: la suddetta Legge Crispi, la Legge del 4 maggio 1898 n. 169 (Legge sui Monti di Pietà) e la Legge del 18 luglio 1904 n. 390 (Legge Giolitti sulle Commissioni provinciali di assistenza e beneficenza pubblica). Un nuovo Regolamento interno venne redatto nel 1910, poi sostituito nel 1936 dal Regolamento organico e di servizio interno del Monte – ora denominato Monte di Pegni secondo la Legge del 13 giugno 1935 n. 1236 – che qualificava il Monte di Pesaro come Monte di seconda categoria, secondo la distinzione dei Monti in due classi avutasi con il Regio Decreto del 14 giugno 1923 n. 1396. Fu la Legge del 10 maggio 1938 n. 745, sull’Ordinamento dei Monti di Credito su Pegno, che “anticipò” l’estinzione del Monte; infatti nel 1950 il Monte di Pesaro venne fuso per incorporazione nella Cassa di Risparmio di Pesaro, secondo: le deliberazioni dei Consigli di Amministrazione del Monte e della Cassa di Risparmio rispettivamente del 20 e 26 maggio 1950, il Decreto del Presidente della Repubblica del 16 novembre 1950 n. 1028, il Decreto del Ministro del Tesoro del 22 gennaio 1951 e l’atto notarile di fusione sottoscritto dalle parti il 12 luglio 1951.

Note bibliografiche e Riferimenti archivistici

Del Monte non risultano pubblicati studi specifici.

S. Ricci, Il Monte di Pietà di Pesaro tra ‘800 e ‘900, (Tesi di laurea in Economia Aziendale – Facoltà di Economia, Università degli Studi di Urbino, A.A. 2004-2005 – disponibile per consultazione presso l’Archivio di Stato di Pesaro e la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna).

 

Fonti archivistiche:

Le carte del Monte sono conservate nel Fondo IRAB (Istituzioni Riunite di Assistenza e Beneficenza) presso l’Archivio di Stato di Pesaro.