Viadana

Scheda tecnica

Viadana

Viadana (MN)
di Daniele Montanari

Data istituzione Monte di Pietà: 22 maggio 1535
Fondatore: Consiglio della Comunità

Scheda storica

Ancor prima del sorgere del Monte, nel borgo mantovano di Viadana esisteva il prestito su pegno, praticato dalla comunità  secondo i criteri contenuti nello Statuto promulgato dalla città che controllava quel territorio, Cremona. Tali norme furono rispettate anche in seguito, con il passaggio ai Gonzaga: con i signori di Mantova giunsero a Viadana gli ebrei, che gestivano attività di prestito e che ben presto, su richiesta degli abitanti stessi, si videro rinnovare le licenze di scadenza in scadenza. Pertanto il desiderio, espresso dal Consiglio nella seduta del 18 marzo 1533, di fondare un Monte di Pietà fu dettato dall’esigenza di dotarsi di un’istituzione simile a quella già attiva a Mantova, attenta alla parte povera della popolazione ed in grado di erogare sovvenzioni a condizioni meno onerose. Proprio per affrontare il periodo di crisi economica seguito al conflitto franco-imperiale, nel 1534 il Consiglio decise di fondare un Monte e versò a tal fine del denaro. Il 22 maggio 1535 Federico II emanò il decreto di erezione dell’istituto; lo statuto riprese i principi generali e le regole di quello mantovano, facendo propria anche l’autorizzazione apostolica rilasciata dal pontefice Innocenzo VIII nel 1484, evitando di inoltrarne la richiesta alla Santa Sede. I reggenti ed i cittadini più facoltosi contribuirono alla creazione del capitale iniziale attraverso depositi infruttiferi e si richiese un contributo oneroso del 5% per le spese di gestione, alle quali contribuirono anche offerte e lasciti. Quando nel 1547 i banchi feneratizi vennero temporaneamente chiusi, la presenza del Monte fu provvidenziale. Nel 1579 il vicario apostolico Antonio Cavalli, in visita apostolica a Viadana, analizzò anche la situazione del Monte: constatato che l’autorizzazione papale di cui l’istituto si era appropriato era valida solo per Mantova, ordinò la chiusura del Monte che fu riaperto il 13 gennaio 1583 in seguito al ricorso fatto dalla comunità ed accolto da Gregorio XIII. Il contributo oneroso fu abbassato al 3% e l’autorità religiosa rivendicò il proprio potere nell’opera del Monte, assistendo alla resa dei conti annuale.

In seguito alla disastrosa alluvione del Po, che causò ingenti danni al borgo, il Monte ridusse il tasso d’interesse all’1,5% ed inaugurò la stagione dei contratti di censo, soddisfacendo così anche alle richieste di prestiti di una certa entità da parte dei benestanti. Nei primi decenni del Seicento il Monte registrava una buona situazione economica, frutto di numerosi depositi infruttiferi, ma anche di un’amministrazione attenta ed in linea con le regole dello Statuto, anche se presto gli eventi storici che seguirono ne condizionarono, pur non gravemente,  l’andamento. Al termine della seconda guerra del Monferrato, l’istituto, perse le sue ricchezze dilapidate dalle milizie, dovette chiudere, ma già nel 1638 esso aveva ripreso la sua attività e nel 1644 il nuovo rettore inaugurò il prestito gratuito.

Anche i banchi feneratizi, chiusi dal 1630, riaprirono finalmente nel 1659 affiancandosi al Monte, il cui patrimonio andò via via incrementandosi nuovamente fino ai primi anni del Settecento, che ne registrarono una riduzione fisiologica. Dalla metà del secolo il giro pegni si era già più che raddoppiato: godendo di una situazione economica florida, il Monte diede l’avvio al progetto di costruzione di una nuova sede per il Monte, che si concretizzò nel 1771. L’opera, per gli ingenti costi di fabbricazione, fu momentaneamente interrotta, quindi ripresa nel 1820 e conclusa nel 1825; in seguito si introdussero riforme riguardanti l’apparato gestionale. Forte del suo cospicuo patrimonio, l’istituto proseguì la sua attività di prestito anche nel secolo successivo fino al 1862, quando passò ad essere amministrato dalla Congregazione della Carità. Dal 1916 i prestiti cessarono e con essi l’efficiente attività svolta dal Monte per ben quattro secoli.

Note bibliografiche e Riferimenti archivistici

A. Parazzi, Origine e vicende di Viadana e suo distretto, 5 voll., Viadana 1883-1898.

A. Aghinzelli, Storia delle istituzioni viadanesi, 2 voll., Mantova 1970.