Agerola

Scheda tecnica

Agerola

Agerola
di P. Avallone

Data istituzione Monte di pietà:1602
Fondatore : Il monte intitolato a S.ta Maria fu istituito su disposizione di alcuni cittadini per il soccorso dei poveri.

Scheda storica

Il monte intitolato a S.ta Maria fu istituito su disposizione di alcuni cittadini per il soccorso dei poveri. I capitali ricevuti in elemosina dal Monte potevano essere concessi, a loro volta, a sostegno delle vedove, dei vecchi, degli infermi ed delle altre “miserabili persone della città” purché dette elemosine non superino i dieci carlini per volta. Il monte era retto da quattro “Protettori eletti ogni anno nel giorno dell’Assunzione della Madonna festività propria della Madonna della Torta di Agerola ove si trovava eretta la cappella del Monte”.Tali Protettori oltre ad essere onesti e aver condotto una vita esemplare, dovevano, essere facoltosi affinché potessero intervenire, con le loro sostanze, a soddisfare le esigenze del monte. I Protettori dovranno essere due di Napoli e, due di Agerola e per questi ultimi, in particolare, si stabiliva che fossero uno della località di Campora e l’altro di Piannillo da individuarsi tra otto nominativi trascritti in altrettante cartelle riposte per mano del segretario in due bussolette; l’estrazione avverrà per mano di un fanciullo o di altra semplice persona e i nuovi procuratori, così scelti, avranno incarico annuale. Questi dovranno nominare un segretario o cancelliere, di Campora o di Pianillo, con il compito di amministrare tutte le cose appartenenti al monte e dovranno tenere il libro dei pegni e disimpegni, prevedendo la possibilità per il futuro, di eleggere altri ufficiali e scrivani.

I protettori di Agerola dovranno informate quelli di Napoli di tutte le necessità del monte e nello stesso, durante le visite di questi ultimi, mostreranno loro il libro dei conti e si impegneranno nel soddisfare ogni loro richiesta.

Si stabiliva che il prestito su pegno venisse effettuato “gratis, e senza pagamento o guadagno alcuno”.

Qualora il debitore perdesse la polizza delle robe impegnate, “acciò che  il Monte non abbia da patir danno, et il debitore resti impedito di ricuperar il suo pegno, sia tenuto detto debitore dar  plaggeria di servare indenne detto monte et i suoi officiali della restituzione che se li farà del pegno, qual plaggeria si possa stipulare senza pagamento alcuno, acciò li poveri e il detto monte non siano astretti andare per li tribunali con spese e fastidi, alla qual preggiaria dar credito come fosse atto publico fatto per mano di pubblico notaio o d’altra persona pubblica”

Inoltre si stabiliva che il Monte così come i suoi ufficiali non erano tenuti a pagare alcun risarcimento nel caso in cui il pegno risultasse in qualche modo danneggiato, senza accertata colpa di questi ultimi.

Note bibliografiche e Riferimenti archivistici

ASN, CM, SC, fs. 1200, inc. 1