Maddaloni

Scheda tecnica

Maddaloni

Maddaloni
di P. Avallone

Data di istituzione:1587
Fondatore: Alcuni cittadini

Scheda storica

I poveri di quella terra oltre agli altri infortuni che patiscono sono oppressi anche dall’usura; per avere qualche piccolo sussidio dalla loro vita si riducono, con tanta offesa di Dio N.S. e con tanta perdita d’anime e loro grande danno, a pagare fino ad 1 carlino al mese per ducato, a coloro che prestano denaro sopra i loro pegni. In più il medesimo pegno torna ad allegare un tanto al dì ad altre persone, ed in tal modo i loro pegni scorrono via in pochissimo tempo e ad un prezzo molto basso, e qualche volta ne sono truffati, e perciò ne vengono e segnano molti altri inconvenienti, che per onestà si tacciono.

Perciò alcuni cittadini della terra di Maddaloni vorrebbero istituire un monte di pietà nella Cappella del SS.mo Corpo di Cristo, per concedere prestiti senza interessi in cambio di pegni, disponendo di 300 ducati come capitale iniziale.

I privati sono: Tiberio Palladino, Gio Angelo Visconte, Tiberio da Morello, Gio Angelo Tibullo di Maddaloni.

Si presentano pertanto i capitoli che regolano le attività del monte affinché V. E. resti servita e vi conceda il Regio assenso e beneplacito e la sua benedizione.

La capitolazione è molto dettagliata. In particolare il capo 7 a proposito dei depositi dice che il Monte può ricevere prestiti o depositi da privati e potrà rilasciare fede di deposito che abbia vigore come scrittura pubblica, in modo che il M. possa servirsi di quelle somme per aumentare la propria opera. Quando la dote del M. aumenterà, allora si potranno concedere prestiti fino a d. 6. Di questo Monte si parla anche quando viene fatta la richiesta di aprire un Monte di Pietà a Caiazzo in quanto vengono prese ad esempio le sue capitolazioni.

In questa occasione si fa cenno anche al tasso di interesse usuraio che viene praticato pari a 1 carlino per ducato al mese

Note bibliografiche e Riferimenti archivistici

A.S.Napoli: CM, Exequatur, reg. 11, ff. 115-116v; reg.  9, ff. 49v-52.