Maderno

Scheda tecnica

Maderno

Maderno(BS)
di Daniele Montanari

Data istituzione Monte di Pietà: 13 marzo 1547
Fondatore: Comunità di Maderno

Scheda storica

Il 13 marzo 1547, per ordine del console Giovanni Tommasini, venne indetta una riunione nella quale si stabilì l’erezione di un Monte di Pietà, a favore della quale vennero devoluti alcuni ducati donati al comune di Maderno. Alcuni deputati furono eletti per assumere informazioni relative agli statuti di altri Monti, mentre, per incrementare il capitale disponibile, vennero unificati beni, introiti, elemosine di altri istituti presenti nel borgo, persino le multe imposte a chi non avesse partecipato alle pubbliche rogazioni. Nell’iniziale periodo di rodaggio, data l’esiguità dei capitali, l’istituto riuscì a soddisfare solo i bisogni dei madernesi ed il massaro custodì presso di sé i pegni, finchè, nel 1572, venne fabbricata una torre destinata alla custodia degli stessi. Data la grande responsabilità legata a questo incarico, l’ufficio di massaro fu oggetto di molte delibere che portarono ad un aumento del suo salario e all’impossibilità di rinunciare a tale carica qualora si fosse stati eletti. Nel 1580 il cardinale Borromeo, in visita apostolica alla parrocchia di Maderno, chiese che il Monte avesse un’erezione legittima con statuti approvati dall’autorità apostolica, precisamente dal vescovo di Brescia e, poiché la richiesta non venne soddisfatta, l’anno successivo egli impose la momentanea sospensione delle attività del Monte.

A testimonianza dello stretto rapporto esistente tra il ceto politico e l’istituto creditizio stanno le varie delibere decretate nel corso degli anni dal Consiglio del Comune: queste divennero le leggi che poi governarono l’intero organismo, permettendo al Monte di poter funzionare regolarmente con entrate fisse. La situazione florida raggiunta mise il Monte in grado di erogare sovvenzioni anche agli abitanti delle terre limitrofe, seppur in misura diversa, ma, in seguito al furto subito dal Monte nel 1591, si presero provvedimenti per reintegrare le perdite: il livello delle sovvenzioni venne ridotto e si impedì ai forestieri di attingere alle casse dell’istituto fino al completo recupero del denaro rubato. Frattanto il 17 giugno 1604 il Consiglio si riunì per discutere ed approvare i capitoli del Monte di Pietà, i cui lavori, iniziati nel 1598, terminarono, causa diverse sospensioni, il 10 ottobre 1604. Nel frattempo, per fronteggiare le spese di gestione, gli amministratori si videro costretti a fissare un contributo oneroso annuo del 2,5% sulle somme erogate, abbandonando la politica della gratuità da sempre adottata.

Nel corso del XVII secolo il Comune di Maderno fu costretto a ricorrere alle casse del Monte di Pietà per sopperire alle proprie spese, ma lo stretto controllo esercitato dalla Serenissima sull’istituto gli impose di saldare il proprio debito al più presto. A seguito di numerosi rinvii, il Monte chiese di visionare le tabelle relative all’esercizio finanziario del Comune e, dato lo stretto rapporto esistente tra le due istituzioni, esso decise di sollecitare i suoi debitori per sopperire alle esigenze del Comune stesso. Le ingenti tasse veneziane che gravarono sul Comune, lo costrinsero a rivolgersi continuamente al Monte, divenendone debitore strutturale e riducendo gradualmente la solidità di quello che era stato il fulcro dell’economia del borgo di Maderno.

Note bibliografiche e Riferimenti archivistici

G. Lonati, Maderno, la Pieve e il Comune, Toscolano 1934.