Orte

Scheda tecnica

Orte

di F. Lazzari

 

Data istituzione Monte di pietà: 1481 e 1623
Fondatore: Comunità di Orte

Scheda storica

Alla fine del XV secolo le condizioni sociali e la posizione geografica favorirono la nascita di un Monte di pietà nella città di Orte. Sotto la spinta della predicazione minoritica francescana, il Monte sostituì i banchi ebraici dediti al piccolo credito contro pegno, mentre continuarono a prosperare i banchi funzionali ad operazioni di più marcata entità, dei quali continuò a servirsi lo stesso Comune.

Il Monte, ufficialmente istituito il 4 febbraio 1481 (mons pietatis confirmatur, 4 Februarii 1481), era stato proposto già dal 1478 (Judei non possint mutuare postquam erit factus mons pietatis, 2 Augustii 1478) e dovette cominciare a funzionare presumibilmente l’anno successivo, quando il Consiglio comunale provvide a riformare i capitoli relativi alla comunità ebraica vietando loro il prestito ad usura (Hebreourm capitolorum et usuram cassatio et inhibitio, 3 Martii 1482).

Il capitale del Monte proveniva da privati cittadini e da istituzioni pubbliche come la Confraternita dei Raccomandati e dagli Ospedali cittadini.

Il Monte ebbe subito una vita travagliata tanto da dover essere ricostituito una prima volta già nel 1493. Al Monte, eretto il 28 marzo di quell’anno, furono assegnate le entrate del castello di Bassano. Certamente l’istituzione non funzionava più nella seconda metà del Cinquecento ed infatti non se ne trova traccia negli statuti riformati nel 1584; molto probabilmente il monte pio, che pure doveva aver esercitato le sue funzioni per qualche tempo grazie alle sicure entrate della terra bassanese, non doveva essere sopravvissuto alle vicende legate al sacco di Roma del 1527.

Di questo Monte di pietà non era rimasta alcuna memoria tanto che esso non venne menzionato nella relazione di Francesco Sarmiento effettuata nel 1816 per conto della Sagra Congregazione del Buon Governo. Il rapporto, dopo un “proemio” introduttivo, riferiva della fondazione del Monte nel 1623 e della sua diramazione nelle tre differenti denominazioni. Presso l’archivio storico di Orte è conservato un libro dei pegni per “depositi e riscatti” risalente già al 1634.

Il Monte di pietà, come riferisce il Sarmiento, fu eretto dalla comunità di Orte secondo quanto si riscontrava in un libercolo che poteva essere considerato lo statuto, approvato dalla Sagra Congregazione del Buon Governo il 1 febbraio di quell’anno con una dote di 1.500 scudi provenienti dalla vendita della selva. Esso era posto sotto l’amministrazione del vescovo pro tempore.

Il Monte dell’Abbondanza, che investiva tutto il suo capitale nell’acquisto di grano al minor prezzo possibile, donava quantitativi per smerciarlo in farina nella stagione avanzata, mente il Monte frumentario, che erogava grano nel periodo di semina, poteva fare prestiti ai soli coltivatori e non ai consumatori.

Nel 1763 il capitale dell’Abbondanza, stabilito dal computista Giuseppe Bonfigli ascendeva a scudi 991 e 80 baiocchi, mentre quello del Frumentario era di 400 rubbia di grano, 2 scudi e 57 baiocchi e mezzo contanti.

Durante il XVII e XVIII secolo il Monte di pietà esercitò la sua funzione bancaria ricevendo depositi, buona parte dei quali era costituita da rimesse dotali, ma non sfuggì alla comune mala amministrazione della seconda metà del Settecento. Nel 1763 Giovanni Massi e il computista Giuseppe Bonfigli effettuarono una visita di carattere amministrativo, su mandato del cardinale Lante il quale, in base al resoconto della visita, ordinò un nuovo libro dei “sindacati” ma gli “sconcerti” durarono a lungo che, ancora dopo la visita del 1778 li trovò mancanti. Esplicativo, per inquadrare quella che doveva essere stata la situazione fino a quel momento, il divieto nel 1816 che gli stessi debitori e i loro eredi potessero essere contemporaneamente deputati e giudici del Monte. Nello stesso provvedimento, avvenuto con motu proprio, venne abolito il “Consiglio di Credenza”. Il prestito massimo venne fissato in quindici paoli mentre si abolì il tasso d’interesse e si fissò una tassa di due baiocchi e mezzo per i pegni inferiori a uno scudo e di cinque baiocchi per quelli che lo superavano. Il periodo del pegno non poteva superare i sei mesi con un rinnovo massimo di tre volte consecutive. L’onorario del montista fu ridotto a quindici scudi annui sostituendo così la percentuale sugli utili che era stata stabilita dal vescovo nel suo decreto del 10 aprile 1803.

Nell’archivio comunale di Orte è conservata documentazione del-l’istituto fino al 1901 che, comunque, non permette di accertare con precisione le circostanze e le modalità della cessazione dell’attività del prestito su pegno. Con ogni probabilità il Monte di pietà estinse in modo naturale la sua attività per mancanza di capitali. Nel 1861, infatti, le operazioni risultavano sospese poiché le entrate del Monte frumentario, che avrebbero dovuto sostenere il Monte pecuniario, erano risultate insufficienti.

Note bibliografiche e Riferimenti archivistici

A. LUZZATTO, Note sulla presenza ebraica a Orte tra i secoli XIII e XV, «Quaderni dell’Accademia dei Signori Disuniti della città di Orte», 7, 1993, p. 18

Le Opere pie nel 1861, Compartimento dell’Umbria, Circondario di Rieti, Firenze, Tip. dei successori Le Monnier, 1869.

A. A. LONGO, Il Monte frumentario a Orte agli albori dell’età moderna, tesi di laurea, relatore prof. Ennio Cortese, Università degli studi di Roma “La Sapienza”, Facoltà di Giurisprudenza, A.a. 1985-1986, pp. 59-60.

Archivio Storico del Comune di Orte (ASCO), Riformanze, 1482-83, Bastardello, c. IIIv, c. IVv, c. IVr, c. Vr. cc. 10r-11v. , cc. 15v, 16r, 34r, 74r, 93v-94r; Monte di Pietà (MP), 27/2.

F. Lazzari, Il Lazio tra solidarietà e credito. Origini e sviluppo dei Monti di Pietà, CLUEB, Bologna 2009.