Trento (1523)

Scheda tecnica

Trento (1523)

Trento
di Marina Garbellotti

Data istituzione del Monte: 1523
Fondatore: Girolamo dei Recalchi, OFM

Scheda storica

Nel 1531, su invito del principe vescovo Bernardo Clesio, giunse a Trento il frate francescano Girolamo dei Recalchi originario di Verona, che due anni più tardi promosse la fondazione del Monte di Pietà. Così nel 1523 il consiglio cittadino, il capitolo della cattedrale e il principe vescovo costituirono il Monte di Pietà e in capo allo stesso anno vennero stilati gli statuti. L’amministrazione del Monte era affidata ad un direttivo di 18 persone, elette dal capitolo della cattedrale, dal consiglio cittadino, dal collegio dei dottori e dei notai, dalle confraternite degli Zappatori alemanni, dei Battuti laici e della Misericordia. Ad ogni istituzione spettava l’elezione di tre membri. Al direttivo del Monte competeva la nomina del notaio, del massaro, dello stimatore dei pegni e il controllo amministrativo. Annualmente si teneva una processione per raccogliere denaro per il Monte. Accanto ai consueti prestiti su pegno, il monte stipulava prestiti senza pegno ed effettuava operazioni di cambio. Gli statuti vennero riformati nel 1713, nel 1805 e nel 1832.

Nel 1796 l’arrivo dell’esercito francese comportò la distruzione di quasi tutta la documentazione prodotta dall’istituto, la spogliazione del patrimonio e la sua chiusura. Nel 1804-1805 il comune tentò di fondare il Monte di Pietà e a questo scopo venne elaborato un nuovo ordinamento statutario. Di fatto, però, l’istituto venne riaperto nel 1833 in casa Sizzo grazie al cospicuo lascito del patrizio trentino Andrea Bassetti; lo stesso anno venne predisposto il nuovo statuto. Il direttivo, presieduto dal podestà, era costituito da sei cittadini, nominati in parte eguale dal consiglio cittadino e dal vescovo. A partire dal 1855 l’istituto iniziò ad ospitare la cassa di risparmio. Le amministrazioni dei due enti erano separate, ma i fondi del Monte servivano a garantire le operazioni della neonata cassa di risparmio. Tale legame durò sino al 1875.

A partire dagli anni Ottanta dell’Ottocento l’attività del Monte iniziò a declinare costantemente. Nel 1914 gli amministratori del Monte di Pietà deliberarono la chiusura dell’istituto e la devoluzione delle rendite, nel rispetto delle volontà del fondatore, ai poveri della città, ovvero all’orfanotrofio cittadino.

In età moderna il monte di pietà di Trento svolse la sua attività in alcune stanze del palazzo Pretorio sede del pretore, responsabile della giustizia in civile e in criminale. Originariamente il palazzo aveva servito da residenza del principe vescovo, poi trasferita in Castelvecchio (Castello del Buonconsiglio), ed apparteneva alla mensa vescovile. Ormai in rovina, nel 1553 il principe vescovo Cristoforo Madruzzo donava l’edificio alla città. Lo stesso anno papa Giulio III approvava la donazione dei locali situati nel palazzo Pretorio destinati ad ospitare il Monte di Pietà.

A tutt’oggi il palazzo è attiguo al Duomo e si affaccia sull’omonima piazza, che veniva utilizzata dagli amministratori del monte per esporre i pegni in occasione delle aste pubbliche, in genere in giorno di mercato. Tali aste erano preannunciate del suono della campane dell’antistante torre civica, attigua al palazzo pretorio. Negli anni trenta dell’Ottocento il Monte venne riaperto nei locali a pianoterra della casa del conte Filippo Sizzo in via Belenzani (una via che si affaccia su piazza Duomo), nel 1853 fu trasferito assieme alla biblioteca comunale nello stabile già raffineria di zuccheri (attualmente l’edificio è sede della Posta Centrale) dove vi rimase sino al 1872, allorché venne trasferito nell’edificio, ex sede dell’annona antistante a piazza Fiera.

Note bibliografiche e Riferimenti archivistici

Il nuovo Monte di Pietà in Trento, Trento, Monauni, 1832.

Ciccolini Giovanni, Il fondatore del Monte di Pietà di Trento, in Per il XXV° anno di episcopato di S.A. Rev.ma Mons. Celestino Endrici: note e ricerche di storia trentina, Trento, Tridentum, 1929, pp. 56-58.

Ciccolini Giovanni, I monti di pietà con speciale riguardo a quello di Trento, in A ricordo del Convegno Triveneto delle Conferenze di S. Vincenzo, Trento, Artigianelli, [1937], pp. 22-24

Costisella Giuseppe, Il nuovo Monte di Pietà a Trento (1833-1913) e il suo fondatore Andrea Bassetti (1751-1827), in «Studi trentini di scienze storiche», XLII, 1963, 2, pp. 111-125; XLIII, 1964, 1, pp. 19-39.

Stenico Remo OFM, Statuti del Monte di Pietà di Trento 1523-1805-1832, in «Studi trentini di scienze storiche», LXI, 1982, 3, pp. 221-254.

Leonardi Andrea (a cura di), La documentazione per lo studio delle Casse di Risparmio, Rovereto, Accademia degli Agiati, 1997.

Riferimenti archivistici:

La scarsa documentazione relativa all’età moderna è conservata presso l’Archivio Storico, mentre quella di età posteriore, più consistente, si trova presso l’Archivio Storico della Cassa di Risparmio di Trento e di Rovereto. Di questo materiale esiste una catalogazione informatica (ARCHICARITRO).