Monza

Scheda tecnica

Monza

Monza
di Emanuela Fraccaroli

Data istituzione Monte di Pietà: 1561 (secondo quanto sostenuto in uno Statuto del 1908 del Monte stesso)
1563 (secondo il Regio Ducal Magistrato Camerale in un documento dell’8 maggio 1781, in ASMi, Commercio, p.a. cart. n. 61)

Fondatore: la Comunità (sempre secondo il documento risalente al 1781)
Il Frisi, invece, fa risalire la fondazione del Monte alla volontà della Famiglia Confalonieri nella propria casa paterna in vicinanza di San Pietro Martire

Scheda storica

Fin dalla fondazione del Monte, la Scuola di Santa Marta (Confraternita approvata da Leone X con bolla 10 gennaio 1519) aveva la facoltà di eleggere i deputati alla guida dello stesso; originariamente (testimonianza data in occasione della visita di S. Carlo Borromeo al Monte), l’istituto riscuoteva un soldo per lira sul valore del pegno, mentre da quel momento al Monte fu comandato di riscuotere solamente 50 soldi su cento, così come venne resa obbligatoria una processione nel giorno di Pentecoste (16 giugno 1579), e finito il vespero «il Capitolo dell’Arciprete e Canonici della Collegiata di S. Gio. Batta processionalmente si portava con l’indulgenza alla suddetta Chiesa di S.ta Marta» dalla chiesa Maggiore. La contribuzione venne, nel 1700, portata al 25%, possibile in tutti i giorni feriali e tale rimase sicuramente fino al 1781 (ibidem). Nel corso del XVIII secolo il pegno veniva custodito per quattro anni (cinque per i preziosi) ed il Monte era attivo presso la Chiesa sconsacrata di Santa Marta, in località del Verziere, dove rimase fino al suo spostamento nella Chiesa di Santa Margherita nel 1786 a seguito della soppressione della Confraternita (lo statuto del 1908 parla invece di una sua concentrazione nell’Ospedale di San Bernardo nel 1769, di cui il Frisi – che scrive nel 1794 – non fa menzione).

Nel corso del XIX secolo il Monte, nella sua nuova ubicazione adiacente all’omonimo monastero di Santa Margherita, nei pressi della sponda sinistra del Lambro in prossimità del ponte degli Assi, dava il nome anche alla piazza antistante (chiamata anche piazza della Signora) nella contrada del Crocefisso (1876).

Dopo il passaggio amministrativo alla Congregazione di Carità di Monza, il Monte adottò un nuovo regolamento amministrativo approvato nel 1865 (Archivio Monte Pietà di Milano). Le principali modifiche riguardarono la durata del pegno (divenuto nel frattempo annuale) e le tipologie di prestito (diverse a seconda della somma erogata – che comunque non superava mai i 2/3 del valore del pegno, in base alla quale si paga anche un differente interesse: da 1 a 19 lire, al 2% (se riscattato entro sei mesi) e al 4% se riscattato dopo sei mesi; dalle 20 alle 100 lire); il credito ammontava alla «mezza p.% al mese»; tutti i pignoranti erano comunque tenuti a rimborsare il 2% annuo sul valore capitale dei pegni. Le vendite si effettuavano in maggio. Non si accettavano pegni in tessuto, infrangibili o deperibili. All’amministrazione del Monte erano addetti un Regolatore ed un Custode-scrittore. Dal dicembre 1879 i pegni si sarebbero effettuati solo di lunedì, mercoledì e sabato.

Nel 1879 venne presentata alla Municipalità una proposta di edificazione (Pianta del Nuovo Monte, Archivio Storico Monza, Sezione II, 137/1) firmata dall’ingegner Luigi Cernuschi e, nella nuova toponomastica di Monza, la struttura confinava con via Aliprandi (probabilmente si tratta di un rifacimento dello stabile già occupato dal Monte). Nel nuovo stabile (o nello stabile rifatto a nuovo) il Monte si stanziò nel giugno 1881 (ASMo).

Un’ulteriore modifica allo Statuto venne approvata nel 1908, a cui seguì un regolamento due anni dopo; l’interesse venne portato al “mezzo per cento al mese” e si decise che il monte sarebbe rimasto aperto al pubblico nei pomeriggi di martedì, giovedì e sabato.

Nel 1921 la sede del Monte (probabilmente quella confinante con via Aliprandi), venne venduta alla Cariplo per un ammontare di 90 mila lire, anche se lo stabile era stato peritato a non più di 65.000. Da quel momento la sede del Monte si ridusse a cinque locali al pian terreno di un fabbricato di proprietà dell’Orfanotrofio di Monza (ASMo). Il Monte venne incorporato nel Monte di Pietà milanese nel novembre 1935.

Da documenti archivistici:

«Nell’anno 1700 da quelli Deputati è stata ancora ridotta la contribuzione per la riscossione de suddetti pegni a soli soldi 25 per cento che tutt’ora così si eseguisce. Attesa l’abolizione della detta Scuola di S.ta Marta nell’anno 1770 fù ordinato superiormente che questa stessa Comunità passasse all’Elezione dei quattro Deputati, con l’obbligo a questi di riconoscere la superiorità della Comunità e di rendere in ogni anno alla stessa Conto della loro Amministrazione per essere ciò consentaneo allo spirito dell’Errezione del Monte di Pietà, come dalla Fondiaria del Medesimo

In tutti li giorni feriali si ricevano Pegni e si riscuotano. Si ritengono nel Monte per quattro anni e l’Oro per cinque anni e presentandosi poi al Regolatore e Tesoriere li Biglietti de Pegni venduti se gli da l’avanzo ad ogni richiesta del di più ricavato dedotto il Capitale sovvenuto e la tenue offerta delli denari 25 per cento ed al caso di trovar smarriti qualche Biglietti con una sicurtà idonea se gli riconsegnano li Pegni. Il Capitale risultante de Pegni esistenti in detto Monte, come dalli Conti visti, e riconosciuti sotto il giorno 5 Gennajo 1781 dalli Reggienti Procuratori della predetta Comunità si è de £ 23897.3.4, oltre trè capitali impiegati in tutto de £ 15386.3.4, de quali se ne percepisce l’annuo interesse e per l’offerta de Pegni se ne ricava circa £ 200 annue. Li pesi e spese annualmente consistono £ 375 per l’onorario al Regolat.re e Tesoriere, £ 230 circa per la Festa del Vespero del giorno sud.o di Pentecoste e giorno seguente con Messa Cantata e Messe Lette, anche in suffragio di quelle persone che non riscuotono li Pegni £ 25 per libri, carta e biglietti stampati ed oltre le riparazioni alle stanze». Nel 1787 il capitale ammontava a £ 25711.1.3 e l’interesse richiesto era dell’ 1 ¼%.

«Per la verosimile spesa che annualmente si fa per decreto di S, Carlo Borromeo 16 Giugno 1579 per il trasporto dell’indulgenza a forma di Perdono dalla Chiesa Maggiore a quella di S.ta Marta colla celebrazione pomeridiana di una Messa Cantata ed altre basse (?) e ciò in soddisfazione del troppo usato rigore in riscuotere un soldo per lira ed anche in suffraggio di quelle persone che non esigono l’avvanzo de’ pegni venduti £ 176.16.6

Capitale Corrispondente in rag.e del 3 ½% £ 5052.3.-

Questo Monte non â alcun Capitale sul Monte S.Teresa o Banco S.t Ambrogio con cui potersi liberare del sud.o annuale preso tiene (?) per un credito presso la Comunità di Monza della Capi.le Somma di £ 6762.8.9 che in ragione del 3 ½% rende annue £ 202.17.6 dal quale potrebbesi distacere la somma corrispondente per redimersi dal surriferito peso annuale».

Sede

In origine il Monte era ubicato nella Chiesa di Santa Marta (edificata nel 1360 nella Contrada Rampona; restauata nel corso del Settecento ad opera dell’Antonietti; successivamente l’area circostante assunse la denominazione di “Verziere”, poiché destinata alla vendita della frutta e della verdura) e rimase lì fino al 1786 quando venne soppressa la Confraternita omonima (in un documento rinvenuto in ASM, Commercio, p.a. cart. 61, il fabbricato viene indicato di sole tre stanze al piano terreno, non molto adatte alla conservazione dei pegni); da allora il Monte spostò la sua sede nella Chiesa (sconsacrata) di Santa Margherita (delle Umiliate, detta anche di Pozzo Vaghetto) – quando il Frisi scriveva (1794) il Monte aveva ancora sede là. E si presume che sia rimasto nella Chiesa o nei locali dell’adiacente monastero di Santa Margherita (contrada del Crocefisso) fino al 1881 quando, dopo una ristrutturazione (o riedificazione con conseguente spostamento di sito?) non si spostò in cinque stanze di un fabbricato di proprietà dell’Orfanotrofio monzese.

Note bibliografiche e Riferimenti archivistici

Memorie storiche di Monza e Sua Corte, raccolte ed esaminate dal Canonico Anton-Francesco Frisi, tre voll, Milano, 1794, stamperia di Gaetano Motta.

Anonimo, Beato Lodovico da Monza, in «Annali Francescani», I (1870), pp. 268-271.

Beretta R., Dall’ospedale di San Gerardo e di altre antiche istituzioni benefiche di Monza in «Archivio Storico Lombardo» II(1925), pag. 189.

Lucchini Z., Riva G., Guida di Monza, Milano 1897, pp. 170 e ss.

Seregni G., Saggi critici e narrativi di storia monzese, in «Archivio Storico Lombardo», XV (1911), p. 316.

Da vedere anche: A. Merati, Antichi monumenti monzesi esistenti o scomparsi, Monza, 1966;

M. Campini, Notizie delle Chiese di Monza e sua campagna, [1770]

Riferimenti archivistici

Presso l’Archivio Storico Comunale di Monza sono custoditi pochi documenti, tutti post 1861. Alla Banca Regionale Europa di Milano, dove è custodito l’archivio del Monte milanese, sono stati rinvenuti diversi contenitori (non inventariati) che custodiscono principalmente atti relativi alla fine dell’800, con descrizioni dettagliate (serie quasi compete dal 1879 al 1911 del movimento di impegnagione). Le carte relative alla fondazione, i libri contabili, non sono stati rinvenuti.

[1] Dizionario della Chiesa Ambrosiana, vol. IV, Milano Ned

[2] Il Monastero di Santa Chiara (che insieme a quello di S. Agostino Nero e di Santa Maria da Biassono, ricostruito sul già esistente monastero di Santa Maria d’Aurona, dava il nome alla via) risaliva al 1448, mentre il successivo rimaneggiamento dello stabile venne affidato al Piermarini (mappe conservate c/o ASM Fondo Commercio, p.a. cart. 64) per un totale di £ 125,538.