Palestrina

Scheda tecnica

Palestrina

Palestrina
di F. Lazzari

 

Data istituzione Monte di pietà: 1568
Fondatore: Confraternita del Crocefisso

Scheda storica

Così il Petrini nei suoi annali, nel resoconto dell’anno 1568, descrive il Monte di pietà: “una lodevole istituzione ebbe origine nell’anno corrente in Palestrina e fu il Monte di pietà! Eravi da tempo antichissimo, come già dicemmo, una pia Confraternita chiamata del Crocefisso, a cui si ascrivevano gli stessi baroni impiegandosi con sommo ardore in opere cristiane. Venne dunque loro in mente di erigere un Monte Pio, per liberare i poveri dalle usure, con cui soleano strangolarli gli Ebrei negl’imprevisti. La difficoltà si era formar la dote necessaria all’impresa: ma questo ostacolo fu presto superato attese le spontanee contribuzioni non solo di Giulio Cesare Colonna, e di Elena della Rovere sua madre ma di molti cittadini; del qual caritatevole pensiero informato il Santo Pontefice Pio V, segnò il primo di maggio con Breve, con cui concedette molte indulgenze a chiunque si fosse occupato in amministrare questa opera di carità; e per buon regolamento della medesima il card. Madrucci vescovo compose alcuni capitoli”.

Alla fine del Settecento il Monte è ancora funzionante. È ancora il Petrini a fornire preziose informazioni sull’istituto. “Per custodia dei pegni furono in principio destinate le case di S. Andrea, di poi una casa presso la chiesa di S. Girolamo, e poco fa alcune stanze sulla via del Borgo annesse all’ospedale”.

Il Monte riprese autonomamente vigore anche dopo le vicissitudini legate alle vicende della Repubblica Romana. In risposta alla lettera del Buongoverno dell’aprile del 1818, il vescovo confermava come l’istituto avesse già ripreso la sua attività e che, dal resoconto del montista Vincenti, il suo capitale ascendeva a scudi 1296,58.

Dopo l’unità d’Italia il Monte, che fino a quel momento era stato amministrato da una commissione ecclesiastica, fu affidato alla locale Congregazione di Carità. Un nuovo statuto organico, composto di quindici articoli, fu redatto nel 1880 poi approvato con Regio Decreto il 10 settembre dello stesso anno. L’anno successivo venne emanato il regolamento per il servizio interno basato ancora sulle norme stabilite dai Vescovi della città “quali trovansi registrati negli atti della Curia Vescovile”, che aiuta a comprendere in che modo il Monte avesse operato nel periodo precedente. L’istituto, che poteva vantare un capitale di circa tremila lire, era retto da un montista e da un segretario e prestava somme di denaro da un minimo di cinque ad un massimo di venticinque lire ad un tasso annuo del 3% poi elevato al cinque nel 1903. Dai pegni, che erano valutati la metà del loro effettivo valore, erano esclusi gli oggetti di lana, armi e arnesi da lavoro. Al momento dell’operazione d’impegno veniva rilasciato un bollettino senza il quale non era possibile riscattare i propri beni a meno che non fosse stata presentata una dichiarazione giurata sottoscritta da un “notaro”. Un’al-tra disposizione, frutto evidente del nuovo clima politico, prevedeva che per i depositi dei legati pii non bastasse la presentazione della relativa cedola, ma era necessario il certificato dell’avvenuto matrimonio civile.

Già all’inizio del Novecento, però, due ispezioni ministeriali del 1900 e del 1908 misero in risalto il decadimento dell’istituzione. In entrambe le occasioni, infatti, non fu possibile stabilire la reale situazione di cassa mancando i registri ausiliari di pegno e di vendita. Gli amministratori giustificarono la situazione lamentando la insufficiente retribuzione – quaranta e sessanta lire annue rispettivamente – prevista per le loro mansioni.

L’ultimo rendiconto sulle attività dell’istituto risale al 1925 anno in cui venne effettivamente chiuso il Monte di pietà. L’anno successivo, infatti, una lettera del Ministero dell’Economia sollecitava la Congregazione di Carità a dare comunicazione della trasformazione del Monte in altro ente di pubblica beneficenza.

Note bibliografiche e Riferimenti archivistici

P. PETRINI, Memorie prenestine disposte in forma di annali, 1795, rist. anast. Circolo Culturale «R. Simeoni», Palestrina, 1990, p. 217.

Archivio di Stato di Roma (ASR), Buon Governo (BG), IV, vol. 304, Lettere pel ristabilimento dei Monti di pietà, Palestrina 19 settembre 1818.

Archivio Storico Comunale di Palestrina (ASCP), Congregazione di Carità (CDC) 1/1 Monte di pietà, 1/1 Processo verbale della ispezione ordinaria eseguita all’amministrazione del Monte di Pietà di Palestrina nei giorni 18-19 giugno 1900; CDC, Monte di pietà, 10/2 Processo verbale della ispezione eseguita all’amministrazione del Monte di Pietà di Palestrina nei giorni 6-11 maggio 1908; CDC, Monte di pietà, 10/3.