Palmanova (1666)

Scheda tecnica

Palmanova (1666)

Palmanova
di Daniela Galeazzi
Data istituzione: 14 febbraio 1666
Fondatore: provveditore generale di Palma, Alvise Molin

Scheda storica

Dopo la definitiva cacciata dei feneratori ebrei dalla città nel maggio 1664, il provveditore generale di Palma Girolamo Foscarini propose al senato veneziano la fondazione di un Monte di pietà. Fu il suo successore, Alvise Molin, a portare a termine il lungo iter che portò all’istituzione del Monte in fortezza. Egli, sottoposto il progetto al governo marciano e ottenutane l’approvazione con ducale del 23 dicembre 1665, provvide a costituire il capitale dell’istituto, formato da un deposito a frutto delle tre maggiori scuole laiche presenti a Palma e dalla contribuzione pubblica di una lira per ogni staio di frumento consumato nella pubblica pistoria. Venne quindi redatto, secondo le disposizioni dello stesso provveditore, il primo statuto del Monte prendendo a modello la normativa dei Monti di Cividale e di Udine. I 41 capitoli, inviati al senato, vennero approvato con ducale del 23 gennaio 1666.
Il Monte, operante in una comunità povera e molto esigua, pur valendosi dell’opera volontaria di conservatori e massari, ebbe un avvio difficile; inizialmente l’interesse del 7% richiesto sui prestiti, anche se piuttosto elevato, non assicurò la copertura finanziaria necessaria. Per cercare di incrementarne il capitale e consolidarne la struttura, i provveditori veneziani presero numerosi provvedimenti: la locale Camera fiscale concesse prestiti non onerosi al pio istituto, venne prolungata la contribuzione pubblica oltre il tempo stabilito, fu esteso il servizio creditizio anche ai forestieri, fu tolto il limite alla somma massima erogabile… Così, alla fine del primo decennio il Monte riuscì a consolidare la sua situazione patrimoniale e le sua attività si moltiplicarono.
Nel marzo 1676 il provveditore Girolamo Corner, preso atto dei cambiamenti, operò una prima radicale revisione dello statuto per adeguare la normativa alla più complessa operatività.
Ma a partire dal secondo decennio, nonostante questa revisione e il controllo sempre più attento dei provveditori, numerosi furono gli intacchi dei massari e i ministri assunsero spesso un comportamento poco rispettoso delle regole; inoltre un contesto socio-economico poco favorevole contribuì a mettere in crisi la struttura, che spesso si trovò in difficoltà per scarsità di clientela. Solo verso la metà del secolo successivo i provveditori nelle loro relazioni finali parlano del Monte di Palma come di un ente ben amministrato e ricco.
Sede
Il Monte inizialmente prese in affitto per venti ducati all’anno un edificio di proprietà della confraternita del Rosario, posto a ridosso della piazza centrale della città, di fronte al palazzo generalizio. Nel 1669 locò alcuni locali attigui, sempre appartenenti alla scuola del Rosario. L’anno seguente la sede venne ulteriormente ampliata prendendo in affitto da un privato altre due case attigue, finchè nel 1704 il pio istituto decise di acquistare il palazzo; la sede venne rinnovata e vennero aperti due nuovi ingressi.

Durante l’assedio austriaco alla fortezza, nel febbraio 1814, un obice cadde sul palazzo del Monte provocando un incendio che ne distrusse circa i due terzi. L’edificio venne ricostruito nel 1829 nel rispetto delle sue forme iniziali sia per quanto rigarda volumetrie che linee architettoniche.

Note bibliografiche e Riferimenti archivistici

Bertossi S., Una istituzione, un palazzo, una storia. Il Monte di Pietà dal 1666 a Palmanova, Udine, Arti Grafiche Friulane, 1988.
Damiani P., Palmanova. La storia, Udine, Istituto per l’Enciclopedia del Friuli Venezia Giulia, 1982.
Galeazzi D., Donne e doti nel XVII secolo: il caso delle grazie dotali di Palma, in Appunti di storia, Storie al femminile in terra friulana, vol. XII, Palmanova, Circolo Comunale di Cultura “Nicolò Trevisan”, 2005, pp. 117-160.
Galeazzi D., Il Santo Monte di Pietà di Palma – Nascita e attività iniziale di una pia istituzione, vol. XIV, Palmanova, Circolo Comunale di Cultura “Nicolò Trevisan”, 2008.
Tagliaferri A., Monti di pietà e prestito di denaro, Atti del Convegno “Storia della solidarietà in Friuli”, (Udine, 20-21 settembre 1985), Milano, Jaca Book, 1987, pp. 155-161.
Tagliaferri A., (a cura di), Relazioni dei Rettori Veneti in Terraferma XIV – Provveditorato generale di Palma(nova), Milano, Giuffrè, 1979.
Riferimenti archivistici
L’Archivio del Monte di pietà, conservato presso il Museo Civico Storico di Palmanova e riordinato nel 2000, consta di 279 buste che coprono un arco temporale che va dalla nascita al 1979. Queste contengono alcuni statuti e regolamenti che governarono l’istituzione, le deliberazioni del Consiglio d’amministrazione, una documentazione contabile completa e dettagliata dal XVII al XX secolo, relativa anche alle grazie dotali concesse tra XVII e XIX secolo e al Bagatino di sanità, e una serie di carte non seriali attinenti all’amministrazione.