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Dalla ricerca all’approccio globale alla persona con demenza e alla sua famiglia

Il progetto è stato realizzato a partire dal 2014 e ha avuto come suo punto di forza la costituzione di una sinergia operativa e di intenti tra due importanti realtà dell’Azienda USL di Bologna per la diagnosi, il trattamento e la ricerca sulla demenza: la UOSD Geriatria Territoriale e Disturbi Cognitivi – Centro Disturbi Cognitivi del Dipartimento Cure Primarie, e la Clinica Neurologica – Centro Disturbi Cognitivi dell’Istituto delle Scienze Neurologiche. Ciò ha permesso di sfruttare al meglio le specifiche competenze  e le potenzialità di ciascun Centro, di offrire ai pazienti e alle famiglie una più ampia gamma di servizi per la diagnosi, la cura, l’assistenza, e anche di ampliare la selezione dei pazienti per gli approfondimenti scientifici.

“La demenza è una patologia complessa e come tale richiede un approccio multidisciplinare  – spiega la responsabile del progetto, Clelia D’Anastasio –. Mettere in rete servizi territoriali e centri di ricerca vuol dire inserire i pazienti in un percorso condiviso e strutturato, in cui non ci sono vuoti né servizi duplicati e ogni specialista è consapevole di tutte le potenzialità esistenti”.

Il progetto ha sviluppato varie azioni, sia prettamente medico-sanitarie e di ricerca scientifica, sia di supporto ai familiari di persone affette da demenza, nonché di tipo culturale-divulgativo con l’obiettivo di contrastare lo stigma che avvolge tale malattia. L’assunto di base è stato quello di realizzare iniziative che, seppure in ambiti differenti, fossero integrate tra loro e potessero colmare alcuni vuoti ancora presenti nella gamma dei servizi sanitari  e assistenziali per le persone con demenza.

In particolare: è stata realizzata una piattaforma NGS dedicata alla diagnosi genetica delle demenze; sono stati verificati gli effetti positivi sia della stimolazione transcranica a correnti dirette (tDCS) sia della stimolazione cognitiva neuropsicologica sul mantenimento e miglioramento di varie funzioni cognitive; sono stati studiati i fattori di predittività dell’evoluzione a demenza del disturbo cognitivo lieve; sono state realizzate azioni di supporto a familiari e caregiver di persone con demenza (incontri psico-educazionali nella  “scuola per caregiver”, punto di ascolto per informazioni e counselling  informale); sono stati infine condotti interventi e laboratori didattici interattivi con alunni delle scuole primarie, insegnanti e genitori per diffondere una cultura che non discrimini i malati  e i loro cari. 

Il progetto è stato tra i 7 protagonisti dell’incontro pubblico Finanziare la ricerca per la salute. Il contributo della Fondazione del Monte che si è svolto sabato 3 marzo nella sala dello Stabat Mater alla Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna (piazza Galvani 1).

Responsabile: Clelia D’Anastasio1

Gruppo di ricerca 1: Simona Linarello2, Elisa Ferriani2-4, Sabrina Stinziani2, Gabriella Lupi2,
Antonella Tempestini2, Michelangelo Ferrara2
Gruppo di ricerca 2: Rocco Liguori3, Sabina Capellari3, Michelangelo Stanzani Maserati3, Vito Antonio Di Stasi3, Roberto Poda3, Federico Oppi3, Anna Bartoletti-Stella3

1 Già responsabile della UOSD Geriatria Territoriale e Disturbi Cognitivi, Dipartimento Cure Primarie, Ausl Bologna

2 UOSD Geriatria Territoriale e Disturbi Cognitivi, Dipartimento Cure Primarie, Ausl Bologna

3 UOC Clinica Neurologica, IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche, Ausl Bologna
4 UOC Psicologia Ospedaliera, Ausl Bologna