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Il nostro Bilancio di Missione

Oggi più che mai servono nuovi paradigmi per comprendere la contemporaneità, e nuove lenti per leggere i tanti cambiamenti in atto che investono soprattutto i settori più fragili della nostra società. In occasione della presentazione del bilancio del lavoro svolto in questo delicato e complesso periodo pandemico, abbiamo chiamato una delle massime autorità nel campo dell’analisi dei dati che riguardano la società e il nostro Paese, la direttrice dell’ISTAT Laura Linda Sabbadini, per offrire alla città una riflessione, attualissima, che meglio ci aiuti a orientarci nel tempo presente. Domani, martedì 21 settembre, all’Oratorio San Filippo Neri e in streaming sul nostro canale YouTube alle ore 17 Sabbadini terrà una lezione magistrale dal titolo “Le nuove disuguaglianze post pandemia”.

I valori e gli obiettivi di solidarietà sociale che orientano la missione della Fondazione sono rimasti immutati dal 1991, anno della sua costituzione, e nel corso degli anni si è fatta sempre più netta la volontà di cogliere i cambiamenti rapidi e profondi della società per poter offrire risposte adeguate ai bisogni emergenti. Nonostante la pandemia abbia avuto effetti economici rilevanti sul mercato finanziario a livello globale, grazie ai fondi in precedenza accantonati e alle scelte oculate di gestione del patrimonio, la Fondazione non ha intaccato la propria solidità patrimoniale e abbiamo potuto garantire i sostegni necessari per aiutare persone in condizioni di povertà e vulnerabilità sociale, la scuola e i giovani, il mondo dello spettacolo e della cultura.

«L’attenzione della Fondazione è sempre andata ai progetti che mirano a combattere il disagio sociale, rivalutando la dignità della persona. Nell’ultimo anno e mezzo, a maggior ragione, abbiamo privilegiato i progetti che favoriscono non solo il lavoro e l’uscita dall’emergenza economica e sociale, ma anche la cultura. La distinzione fra investimenti in cultura e nel sociale, infatti, ci pare fittizia: la cultura è anche socialità e la crisi investe anche i lavoratori della cultura, con pesanti conseguenze sociali» dichiara la Presidente Giusella Finocchiaro.

Nel 2020 la Fondazione ha erogato 5.267.517 euro per un totale di 413 progetti nelle quattro aree di intervento previste nelle linee programmatiche: Arte, attività e beni culturali; Servizi alla persona e Solidarietà; Ricerca Scientifica e tecnologica e Sviluppo Locale.

Evidente, nell’anno segnato dal Covid-19, è stato l’impegno della Fondazione nel contrasto agli effetti – di breve e lungo periodo – della pandemia, con un’attenzione costante ai nuovi bisogni del territorio e delle comunità bolognese e ravennate.

«Nel tempo eccezionale della pandemia, la Fondazione si è impegnata ancora di più a manifestare la propria vicinanza ai territori. Abbiamo contribuito con un intervento di 500.000 euro all’emergenza sanitaria, per aiutare a riorganizzare gli ospedali Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna e Santa Maria delle Croci di Ravenna – prosegue Finocchiaro. Abbiamo poi affrontato l’emergenza assistenziale con erogazioni specifiche per l’assistenza a domicilio. Abbiamo sostenuto le associazioni e le organizzazioni del mondo della cultura, che ha particolarmente sofferto e rinnovato il sostegno al sistema teatrale, da sempre specificamente sostenuto dalla Fondazione. Abbiamo concentrato l’attenzione nel settore sociale, per prevenire e combattere le nuove emergenze. La scuola e l’educazione sono e continueranno a essere le nostre priorità per costruire il futuro. Ora, in un momento storico che presenta anche grandi opportunità, soprattutto in un territorio fertile e coeso come quello in cui viviamo, la Fondazione del Monte intende favorire la ripartenza mettendo a disposizione le proprie competenze progettuali e la propria capacità di fare rete. Occorre, come ha dichiarato il Segretario Generale delle Nazioni Unite, ridefinire il contratto sociale e in questo gli enti intermedi come la Fondazione posso rivestire un ruolo importante».

La pandemia ha messo in luce le molte fragilità e disuguaglianze latenti del nostro Paese. Oggi per ripartire è indispensabile trovare nuove chiavi di lettura per capire a fondo il presente e ripensare il futuro senza lasciare nessuno indietro, soprattutto le categorie più vulnerabili. Per farlo, è necessario ascoltare voci competenti, che possano orientarci nella comprensione della realtà attraverso l’analisi di dati affidabili, che interpretino la complessità della società contemporanea. In tal senso Laura Linda Sabbadini ha svolto un lavoro di grande importanza guidando il processo di rinnovamento delle statistiche sociali e di genere, dando visibilità nelle statistiche ufficiali a categorie quali donne, giovani, bambini, disabili, migranti, poveri, anziani e a fenomeni quali la violenza contro le donne, le discriminazioni per orientamento sessuale, il bullismo, il mobbing e la corruzione. Per prima ha sostenuto che il benessere delle persone andava valutato con indici e criteri di analisi che andassero oltre il PIL. Sotto la sua direzione è stata condotta la ristrutturazione metodologica dell’indagine sulle spese per consumi che ha permesso di migliorare notevolmente la qualità delle stime di povertà ed è stata sviluppata la nuova metodologia per la stima delle persone senza fissa dimora. Pioniera delle statistiche di genere, è autrice di Tempi Diversi ‒ tradotto in 4 lingue e diffuso durante la famosa Conferenza di Pechino sulle donne ‒ centrato sull’organizzazione dei tempi di vita di uomini e donne in Italia che, per la prima volta, contiene la misura della quantità di lavoro non retribuito.