Skip to content

Immagini che attraversano i muri: apriamo un dialogo fra città e carcere

Due laboratori di Arteterapia proposti dall’Associazione Art Therapy Italiana, a cura di Rebecca (Rivkah) Hetherington e Tiziana Massa, a Palazzo d’Accursio, Bologna, lunedì 23 maggio e lunedì 13 giugno dalle ore 19.00-21.00.

I laboratori sono gratuiti e fanno parte integrante del Progetto “Poiché Io Sono”, incontri di arteterapia nella sezione femminile della Casa Circondariale “La Dozza” di Bologna.

Al cuore dell’intervento stanno i temi dell‘integrazione e dell’inclusione: in ogni città in cui è presente un carcere, quest’ultimo è spesso una realtà rimossa rispetto al tessuto sociale e urbano cittadino. Durante i laboratori verrà presentato il lavoro svolto in carcere ed i partecipanti avranno la possibilità di interagire con le opere create dalle detenute della sezione femminile della “Dozza” ed esplorare il proprio sentire tramite i materiali artistici, le immagini, i gesti e i pensieri.

L’idea è di non relegare l’intervento solo all’interno ma di portarlo all’esterno per portare il carcere “fuori” e la città “dentro”. Questo si realizza attraverso uno scambio di immagini e pensieri fra le donne detenute e la cittadinanza allo scopo di abbattere paure e pregiudizi sociali.

Perché arteterapia in carcere

L’arteterapia nelle carceri ha una doppia funzione e una doppia valenza. Coglie e dà spazio ad un bisogno arcaico dell’uomo, di ricontattare le radici profonde della propria esistenza, di ricercare in sé una propria ragione di esistere a prescindere dalle circostanze di vita. La possibilità di rivitalizzare il rapporto con il proprio sé e sperimentare una libertà creativa interiore è fondamentale per alleviare il senso di vuoto, prevenire la depressione e sostenere l’autostima.

Lo sguardo dell’arteterapeuta che sa cogliere, testimoniare e trasformare l’esperienza in modo simbolico, aggiunge un valore specificatamente terapeutico al benessere già intrinseco nell’azione creativa di per sé.