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La Fondazione investe 5,5 milioni e premia chi fa rete

La Fondazione del Monte conferma per il 2016 il volume di risorse da destinare ai territori di Bologna e Ravenna (5,5 milioni di euro come nel 2015) ma cambia completamente l’approccio, cominciando un percorso che dal modello erogativo la trasformerà in soggetto operativo e partecipativo. L’obiettivo è che la Fondazione abbia un ruolo attivo nei confronti di coloro che richiedono un contributo, anche per rispondere a una richiesta dei beneficiari stessi, così come emerso dai risultati di un’indagine commissionata alla Fondazione Istituto Cattaneo. Saranno premiati i progetti che fanno rete e aggregano e, nella valutazione delle richieste, avranno una marcia in più quelle che soddisfano i criteri della creatività e dell’innovazione. Tra i temi all’ordine del giorno dell’attività della Fondazione ci sarà poi la valorizzazione dei territori di Bologna e Ravenna in una dimensione internazionale.

La carta d’identità della Fondazione da qui ai prossimi anni è stata messa nero su bianco nel primo Documento Programmatico Previsionale (DPP) firmato dalla nuova Presidente, Giusella Finocchiaro, eletta il 6 luglio 2015. Promosso dal Consiglio di Amministrazione, il DPP 2016 è stato approvato il 26 ottobre scorso dal Consiglio di Indirizzo, organo anch’esso rinnovato quest’anno.

La Fondazione, pur in un contesto di perdurante crisi economica e nonostante il pesante inasprimento fiscale contenuto nella Legge di Stabilità 2015, ha deciso di operare in continuità nella determinazione delle risorse e nella loro distribuzione nelle proprie tradizionali aree di attività: Cultura, Sociale, Ricerca, Territorio. Il totale degli interventi è previsto quindi in 5,5 milioni di euro (erano 5,4 nel preventivo 2015) ai quali si aggiungono 300.000 euro stanziati per la Fondazione con il Sud. Il 75% dei 5,5 milioni di euro, pari a poco più di quattro milioni, sarà ripartito nelle aree in ragione del 40% cadauna per Cultura e Sociale e 10% cadauna per Ricerca e Territorio. Il restante 25% sarà invece destinato ai Progetti Strategici, ai Progetti per i Giovani, ai Progetti per il contenimento della crisi, al progetto INS – Insieme nella scuola, al Fondo Nuove Iniziative e alla gestione dell’Oratorio di San Filippo Neri.

Se le risorse vengono confermate, cambia invece l’approccio, a cominciare dalla riorganizzazione interna e dalla razionalizzazione delle risorse, capitoli per i quali c’è da registrare il fondamentale sostegno costituito dalla designazione del Direttore Generale: dopo anni di vacanza della carica, infatti, dal primo ottobre 2015 la Fondazione può contare per questo ruolo su Enrico Ratti.

La Fondazione dunque muoverà da un modello erogativo verso un modello più operativo e partecipativo, si legge nel DPP 2016. Nei confronti dei richiedenti, questo si concretizzerà in un ruolo attivo della Fondazione, con un maggiore utilizzo delle proprie competenze e delle risorse umane a disposizione. L’obiettivo è favorire le aggregazioni e cercare di evitare le sovrapposizioni di iniziative. Ecco perché anche all’interno della struttura della Fondazione una delle parole d’ordine sarà: coordinamento. E sarà trasversale anche l’impegno che la Fondazione conferma nelle questioni di genere.

Sul territorio dove svolge la sua attività, cioè le province di Bologna e Ravenna, la Fondazione è pronta ad ascoltare di più ma anche a dialogare di più, aprendosi all’esterno anche attraverso la diffusione on line del proprio patrimonio artistico e culturale: sia con l’allestimento sul sito internet, rinnovato quest’anno, di mostre digitali permanenti, sia con una più frequente apertura dei locali della Fondazione al pubblico.