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La moda al tempo di Dante

Ogni martedì, da oggi 3 novembre all’1 dicembre, scopriremo qualcosa in più sulla moda ai tempi di Dante. Le lezioni si possono seguire in diretta streaming sulla pagina Facebook di Ravenna Festival o sul canale YouTube Viva Dante.

Infatti il Campus di Ravenna dell’Università di Bologna sta investendo una parte importante della sua programmazione didattica e della sua attività formativa sulla moda come bene culturale. Il tema quest’anno è approfondito nel ciclo di conferenze intitolato Sguardi sulla moda al tempo di Dante, sostenuto dalla Fondazione del Monte.

L’ideazione e cura è di Maria Giuseppina Muzzarelli, studiosa riconosciuta a livello internazionale da anni per i suoi contributi sulla Storia della moda e del costume e docente di Storia medievale all’Università di Bologna; il coordinamento è stato affidato a Elisa Tosi Brandi.

Nella moda si compendia tutta la ricchezza dei sistemi simbolici che nutrono la dialettica tra natura e cultura e si negozia l’elaborazione delle identità delle differenze. L’abbigliamento e la moda stanno al crocevia tra le tecniche artistiche, la produzione industriale, quella artigianale, il commercio, i bisogni primari, le istanze ornamentali. Stoffe, abiti, calzature, con le loro rappresentazioni scritte
e figurate, sono infatti una fonte essenziale che forse meglio di altre consente di comprendere gli intrecci tra passato e presente.

Il programma completo

Martedì 3 novembre ore 17:30
La moda al tempo di Dante
Maria Giuseppina Muzzarelli (Università di Bologna)
Fra XIII e XIV secolo nasce la moda come fenomeno dalle caratteristiche confrontabili, pur nelle innegabili distanze, con quello attuale. Sul nuovo fenomeno, dalle molteplici implicazioni, posano il loro sguardo ora affascinato ora critico, ma mai indifferente, tanto Dante come Giovanni Villani o Franco Sacchetti. Cerchiamo di vedere le cose con i loro occhi.

Martedì 10 novembre ore 17:30
Un “catalogo” per la moda al tempo di Dante. Cuffie, cappucci, becchetti e fogge
Alessandro Volpe (Università di Bologna)
La pittura giottesca ci permette di ammirare i dettagli della moda del suo tempo. La larghezza di uno scollo o la lunghezza di una «manicottolo» sono diventati strumenti per determinare la data di un dipinto, al tempo stesso i dipinti di maggior qualità permettono un così dettagliato sguardo sul Trecento da consentire un abbozzo di catalogo per la moda corrente. Nella discussione saranno presi in considerazione i copricapi in uso tra la fine del Duecento e la metà del Trecento.

Martedì 17 novembre ore 17:30
Per fortuna che c’è la moda … Artigiani e mestieri dell’abbigliamento fra Due e Trecento
Franco Franceschi (Università di Siena)
In una novella di Giovanni Sercambi Dante Alighieri si presenta alla mensa del re Roberto d’Angiò con un abito molto ordinario, fedele ad un ideale di sobrietà che non teme di esprimere neppure nella Commedia. Eppure è proprio nell’arco della vita del poeta che i mutamenti nell’abbigliamento e negli accessori si fanno più rapidi moltiplicando le opportunità di lavoro e arricchimento per quanti, dai produttori e commercianti di tessuti ai pellicciai, dai cuoiai ai sarti, dai calzolai ai ricamatori, rappresentavano l’“indotto” della moda.

Martedì 24 novembre ore 17:30
Gli oggetti della moda: il cappuccio «a gote»
Thessy Schoenholzer Nichols (Museo della moda e delle arti applicate di Gorizia) con la collaborazione di Elisa Tosi Brandi (Università di Bologna).
Di tradizione antica, all’epoca di Dante il cappuccio «a gote» fu rinnovato, divenendo uno dei simboli delle novità, un oggetto non solo funzionale ma anche elemento di distinzione, raffinatezza e partecipazione al tempo presente. Com’era fatto il cappuccio? E la cuffia che vi si portava sotto? Lo scopriamo con un’esperta di oggetti storici della moda che, con parole e immagini, illustrerà il metodo per lo studio della cultura materiale in questo settore.

Martedì 1 dicembre ore 15.00
La moda come bene culturale
Introduce e coordina Maria Giuseppina Muzzarelli (Università di Bologna).
Relazioni di Luigi Canetti (Direttore del Dipartimento di Beni Culturali, Università di Bologna), Giorgio Riello (European University Institute), Caterina Chiarelli (Museo del Costume di Palazzo Pitti, Firenze), Laura Carlini (Direttore del Servizio Musei e Biblioteche, Comune di Trieste). Interventi di Thessy Schoenholzer Nichols (Museo della Moda e delle Arti Applicate di Gorizia) e di Maria Cristina Carile, Gian Luca Tusini, Alessandro Volpe (Dipartimento di Beni Culturali, Università di Bologna).