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LabOratorio di San Filippo Neri

Occasioni culturali, d’intrattenimento e di spettacolo, a ingresso gratuito, per mescolare generi e pubblici, inseguendo contaminazioni e favorendo l’inclusione. Con l’appuntamento di martedì 30 gennaio con Linus e Marino Sinibaldi, riparte la programmazione del LabOratorio, l’Oratorio di San Filippo Neri: uno spazio aperto a tutti, dove tutti possono trovare motivi di interesse e di curiosità per ampliare le proprie visioni.

 Prima della Prima

All’Oratorio si farà teatro, ma in una chiave particolare, ospitando il momento in cui l’idea si fa testo e scena e ha bisogno di confrontarsi con un pubblico per testarsi e correggersi. È  il “Prima della Prima”, un ciclo di spettacoli che, in attesa del debutto ufficiale, vivranno su questo palco una sorta di mise en espace propedeutica. Si comincia con un monologo comico e poetico sul cibo e le sue ossessioni, Fame mia, tratto da un romanzo di Amélie Nothomb e diretto da Serena Sinigaglia: in scena Annagaia Marchioro. Il celebre scrittore Francesco Piccolo, autore di molte sceneggiature di grandi film (una per tutte La grande bellezza di Sorrentino), racconterà le storie tratte dai suoi due libri gemelli, Momenti di trascurabile felicità e Momenti di trascurabile infelicità. A Moni Ovadia sarà data Carta bianca per raccogliere nuovi spunti e idee che andranno poi a confluire nei suoi prossimi spettacoli.

C’è grande attesa per il ritorno sul palco di Davide Enia, impegnato in un tema di forte attualità: lo spettacolo, tratto dal suo libro Appunti per un naufragio, narra di un naufragio individuale e collettivo, descrivendo il fallimento delle parole che si inabissano nel tentativo di comprendere i paradossi del presente. Marco Brinzi, infine, attore emergente tra i più promettenti, porta sul palco il monologo tratto dal libro di Giulio Salierno Autobiografia di un picchiatore fascista: un’occasione per capire cosa muove oggi i più giovani verso un’ideologia antidemocratica che credevamo superata. Altro spettacolo presentato in anteprima è Nel fuoco della rivolta di Francesca Mazza che fa da ponte al percorso tematico Era il ‘68, progetto celebrativo del cinquantenario del 1968.

Era il ’68

Quattro i nuclei messi a fuoco lungo il percorso: la rivoluzione, indagata con gli strumenti del teatro. Il ‘68 a Bologna, rivissuto attraverso tre eventi emblematici – la visita del filosofo Jean Paul Sartre all’Università, il concerto di Jimi Hendrix al Palasport e la vista notturna del Living Theatre in un’aula occupata dell’Ateneo – raccontati da chi li ha vissuti: il filosofo Stefano Bonaga, il massmediologo Roberto Grandi e il manager culturale Mauro Felicori. Il ‘68 dalla parte delle ragazze, ripercorso dalla scrittrice Lidia Ravera dato che quell’anno ha rappresentato il punto di svolta per le donne, una rivoluzione ideologica che ha mutato profondamente il modo di percepire ed essere percepite. Chiude il ciclo lo spettacolo commissionato al gruppo Kepler-452 su ciò che resta dell’utopia 50 anni dopo: “Cos’è oggi un’utopia? Ce n’è ancora una? Se alcuni tra i nostri padri hanno vissuto e contemplato la possibilità di un cambiamento radicale e repentino della realtà, questo lusso noi non l’abbiamo vissuto mai”.

Un’altra occasione celebrativa, quella per i 150 dalla morte di Gioachino Rossini, porterà a un singolare esperimento: raccontare l’Opera a puntate. Grazie alla collaborazione con l’attore e regista Gabriele Duma, Semiramide, il melodramma scritto da Rossini nel 1823, sarà raccontato e cantato in tre puntate per tre sabati consecutivi ad aprile, affidando la vicenda a tre figure fondamentali della vita del compositore: la prima moglie Isabella Colbran, la madre Anna Guidarini e la seconda moglie Olympe Pélissier.

Le collaborazioni con i festival

Nel segno dell’inclusione proseguono poi le collaborazioni con i festival eccellenti della città Musica Insieme e Bologna Festival nonché con il Biografilm: il LabOratorio sarà sede anche quest’anno degli incontri con i protagonisti.

In collaborazione con ATER sarà ospitato l’incontro preparatorio del galà dei capolavori del balletto russo in scena al Teatro Laura Betti di Casalecchio con un focus su Leonid Yacobson, mentre la società editrice Il Mulino proporrà il nuovo progetto Dialoghi matematici: tre domeniche mattina per spaziare dai misteri del caso agli algoritmi fino al fascino dell’infinito con ospiti di riguardo come Piergiorgio Odifreddi.

Nasce invece da una nuova collaborazione il ciclo Conversazioni con il FAI: Massimo Montanari e Andrea Segré parleranno del rapporto di Bologna col cibo; Giuseppina Muzzarelli e Susanna Zaccaria della moda in rapporto al corpo delle donne; Max Bergami e Roberto Grandi di marketing culturale e turismo in città; Ilaria Borletti Buitoni e Mino Petazzini dei luoghi verdi di Bologna e di tutela del paesaggio.

Altro festival che confluisce nel programma del LabOratorio è quello internazionale degli Instabili Vaganti, Performazioni/Stracci della memoria. Si tratta di un progetto spalmato dal 25 maggio al 5 giugno che prevede interventi installativi sit-specific, presentazione di libri, workshop con dimostrazione dell’esito finale e spettacolo. Quest’ultimo si intitolerà Rito e riassumerà i dieci anni di ricerca di questo progetto: una composizione originale di testi poetici, musica, azioni fisiche e canti con Anna Dora Dorno e Nicola Pianzola.

L’incontro con gli autori

Una costante del programma è anche l’incontro con autori che hanno qualcosa a che fare anche (a volte soprattutto) con il teatro. Stefano Massini, il drammaturgo italiano più noto e rappresentato del momento, racconterà il suo romanzo L’interpretatore dei sogni che è già diventato uno spettacolo teatrale diretto da Federico Tiezzi in scena al Piccolo di Milano. Mentre Serena Dandini torna a parlare di donne come solo lei sa fare, raccontando delle donne che hanno saputo vivere una vita all’altezza del proprio valore e che per questo coraggio hanno finito col dare il proprio nome ad una varietà di rose.

E di donne, tema sempre presente al LabOratorio, si parlerà con la giornalista Livia Grossi nel suo reportage di teatro-giornale su storie vere di donne coraggiose raccolte in tutto il mondo. Mentre l’8 marzo verrà celebrato con una rilettura particolare della figura di Carmen con l’ausilio di musicisti, danzatori e cantanti, a cura del Centro Studi Euterpe Mousiké.

Gli eventi speciali

Roald Dahl & Alfred Hitchcock: a 60 anni dalla prima uscita in Italia dei telefilm ‘Alfred Hitchcock Presents’ che segnarono la collaborazione di Hitchcock con lo scrittore per l’infanzia Roald Dahl e lo fecero conoscere al pubblico italiano, Ivano Marescotti interpreterà il racconto Cosciotto d’agnello di Roald Dahl e, a seguire, verrà proiettato l’adattamento con la regia di Alfred Hitchcock Come servire un agnello (Lamb to the slaughter, 1958). Progetto a cura di Beatrice Balsamo.

L’attore Vittorio Franceschi svelerà per la prima volta un profilo di sé più intimo e misterioso leggendo alcune liriche di sua composizione, Canti dell’autunno inoltrato.

L’eclettico gruppo musicale Ánema tornerà con un concerto dedicato a Renato Carosone, Piccolissima serenata.