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Liberi dalle mafie, il 27 maggio a Bologna arriva Piercamillo Davigo

Sarà Piercamillo Davigo, Presidente della II Sezione Penale presso la Corte Suprema di Cassazione e membro togato del Consiglio Superiore della Magistratura, il protagonista dell’evento conclusivo del progetto “Liberi dalle mafie”. L’appuntamento, riservato agli oltre 300 tra studenti e docenti degli istituti scolastici superiori di Bologna e provincia, è per lunedì 27 maggio presso l’Aula Magna “Falcone e Borsellino” dell’Istituto Belluzzi-Fioravanti di Bologna.

“Liberi dalle mafie” è un progetto dell’Associazione Pereira: i primi passi a Modena nel 2010 poi, anche grazie al contributo della Fondazione del Monte, nel 2013 è arrivato a Bologna. È nato con l’obiettivo di offrire ai più giovani, a partire dalla scuola, un’idea di cittadinanza lontana da ogni forma di mafia e corruzione. “Partendo dall’analisi del fenomeno criminale mafioso e corruttivo in Italia, si approda ai fondamenti stessi dell’educazione civica stimolando un circolo virtuoso di impegno e riflessione, con particolare riguardo all’uso responsabile delle nuove tecnologie e al contrasto di fenomeni come il bullismo, l’indifferenza e ogni forma di violenza e prevaricazione”, spiega Matteo Pasi, presidente dell’Associazione Pereira.

Il progetto, sottolinea Pasi, si articola in 4 momenti: i primi due spazi di riflessione sono in classe; il terzo, invece, è condiviso tra 2/3 classi. “È in quell’occasione che gli studenti entrano in contatto con una testimonianza diretta di una persona che hai incrociato la mafia sul suo cammino: un giornalista esperto, una vittima, un testimone di giustizia”. Quest’anno i protagonisti sono stati 4: Donato Ungaro, giornalista, ex impiegato al Comune di Brescello e collaboratore della Gazzetta di Reggio, che con le sue inchieste ha acceso i riflettori sulle collusioni mafiose nella provincia di Reggio Emilia; Giuliano Palagi, direttore di Acer Bologna e membro della commissione consultiva permanente di Avviso Pubblico, associazione per la formazione civile contro le mafie, per la prevenzione e il contrasto a mafie e corruzione; Giulia Migneco, responsabile della comunicazione di Avviso Pubblico”, esperta delle tematiche relative alla diffusione dell’Azzardo e alle attività di riciclaggio del denaro sporco tramite questo settore; esperti di Gam-Anon, l’associazione di familiari e amici di giocatori compulsivi.

“Riteniamo il nostro progetto un modo per fare educazione civica – sottolinea Pasi –. Vogliamo parlare di partecipazione e cittadinanza, spiegare che la mafia non è solo un’organizzazione criminale, ma anche un modo di pensare e vivere. Per questo ci impegniamo per ricollegare ogni ragionamento al quotidiano, all’attualità. Un esempio? La presenza della mafia anche nel Nord Italia”.

Ogni anno al progetto prendono parte classi diverse, per raggiungere più ragazzi possibile. “Abbiamo sempre avuto un riscontro eccezionale. Alla fine del percorso sottoponiamo ai ragazzi un questionario, e i feedback sono stati entusiasti. Ed è proprio il loro entusiasmo, la loro voglia di partecipare a spingerci ad andare avanti. Il desiderio degli insegnanti ci conferma la bontà del progetto. Una cosa ci colpisce molto: l’entusiasmo è ancora più forte negli istituti professionali. Vediamo che i più coinvolti sono i ragazzi più problematici, forse perché qualcuno di loro si sente toccato da vicino. Per esempio, quando parliamo di omertà mafiosa, facciamo il parallelismo con quello che è il significato di omertà nella classe e nella scuola. Così arriviamo ad affrontare temi come le discriminazioni e il bullismo”.

In copertina, uno scatto dell’evento conclusivo del progetto “Liberi dalle mafie” 2017/2018 (foto ©Luca Di Giorgio).