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Musica senza barriere, a Ravenna due mesi di concerti in 13 luoghi di cura e recupero

“La musica non è solo un atto estetico, ma anche etico”: Riccardo Muti aveva risposto così a chi gli chiedeva il perché di quel concerto nel carcere di Ravenna ad agosto 2018. Una lezione che i giovani della sua Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini”, a meno di un anno di distanza, fanno propria, raccogliendo il testimone con una serie di 22 concerti in ben 13 luoghi della città e della provincia destinati al volontariato, alla cura e al recupero delle persone. L’iniziativa La musica senza barriere (2 giugno – 30 luglio), che è anche un dono della Cherubini a Ravenna Festival nell’anno in cui se ne festeggia la XXX edizione e alla città che è residenza estiva dell’orchestra, vedrà impegnate una varietà di formazioni da camera – quartetti d’archi, ensemble di viole o contrabbassi, duo di fiati, solisti e molto altro ancora – in programmi che spaziano da Bach, Mozart, Rossini a Nino Rota, Ennio Morricone, Hans Zimmer.

Dopo l’appuntamento, lo scorso 2 giugno, nel cortile esterno della Casa Circondariale di Ravenna, i giovani della Cherubini saranno anche all’Ospedale S. Maria delle Croci, all’Associazione Alzheimer e all’Opera di Santa Teresa – Caritas. E poi in centri sociali, comitati, coordinamenti del volontariato tra Ravenna, Bagnacavallo, Russi, Alfonsine, Cervia. L’iniziativa, destinata a portare la musica a coloro che normalmente non possono assistere ai concerti, è resa possibile anche grazie al sostegno della Fondazione del Monte.

I musicisti della Cherubini sono tutti sotto i 30 anni, provengono da ogni regione d’Italia e nel corso del loro triennio in orchestra, superate le rigorose selezioni, hanno l’opportunità di lavorare non solo con Muti, che ha creato l’orchestra nel 2004, ma con direttori e solisti di calibro mondiale, all’interno di prestigiose rassegne e nuove produzioni. La nascita di gruppi di camera, per volontà degli stessi ragazzi e su invito del loro mentore, mira a sviluppare e perfezionare l’affiatamento dei singoli grazie all’attività cameristica, che consente di approfondire ulteriormente il rapporto dialettico fra gli elementi dell’orchestra. Che fare musica insieme possa rappresentare uno dei più alti esempi di convivenza civile è una delle convinzioni su cui si fonda il lavoro di Muti in orchestra.

Sin dalla primissima edizione Ravenna Festival ha fatto del legame con la città e con il territorio una delle chiavi di volta della propria identità, non solo eleggendo il patrimonio storico, artistico e naturale a ispirazione per temi e percorsi e cornice dei propri eventi, ma anche coltivando il rapporto con il pubblico, i soggetti creativi, le realtà culturali locali. E se la Cherubini è orchestra residente del Festival, protagonista di indimenticabili concerti e progetti largamente apprezzati come la Trilogia d’Autunno, è naturale che i suoi musicisti si facciano ambasciatori per raggiungere anche quegli angoli di società che rischiano altrimenti di essere esclusi dall’esperienza della cultura e della bellezza.