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NoiNo, I Lab You tra i giovani

Tutti i giorni noi donne siamo vittime di stereotipi e pregiudizi. Con questo progetto abbiamo voluto sostenervi e aiutarvi in un percorso di cambiamento culturale”. Con queste parole la presidente della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna Giusella Finocchiaro ha aperto la giornata con le studentesse e gli studenti delle scuole che hanno partecipato al progetto di NoiNo.org. 
Venerdì 12 maggio, davanti ad una platea di ragazzi e ragazze, le associazioni della rete Attraverso Lo Specchio si sono raccontate e hanno spiegato come sono andati i laboratori del progetto di NoiNo.org sostenuto dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna

Il lungo percorso di sensibilizzazione portato avanti dal 2012 con la campagna di comunicazione e community building NoiNo.org è proseguito infatti in questa stagione in chiave educativa. Attraverso le metodologie formative non frontali, esperienziali e partecipative che caratterizzano l’educazione alle differenze, le diverse associazioni che compongono la rete hanno coinvolto nei mesi scorsi circa 300 tra studenti, adolescenti ed adulti (genitori, formatori, insegnanti) in 3 cicli di laboratori interattivi. Si sono svolti nel territorio della Città metropolitana di Bologna in occasione delle date simboliche del 25 novembre (Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne), del 14 febbraio (data della campagna internazionale One Billion Rising) e dell’8 marzo (Giornata Internazionale della Donna). Tredici incontri complessivi, realizzati in scuole secondarie di primo e secondo grado, enti di formazione e centri giovanili di Bologna, Imola, Monte San Pietro, Granarolo, Zola Predosa e Casalecchio di Reno, in cui si è discusso di stereotipi di genere, violenza maschile contro le donne, bullismo e violenza tra adolescenti.

I laboratori sono stati progettati in modo specifico in relazione ai diversi contesti coinvolti, accomunati dalle pratiche e dalle metodologie della rete Attraverso lo Specchio, che coinvolge alcune delle principali associazioni attive nel territorio metropolitano sul tema dell’educazione alle differenze e del contrasto alla violenza contro le donne: Il Progetto Alice, Hamelin, Casa delle donne per non subire violenza, Maschile Plurale, Armonie, Sos Donna Bologna, Gruppo Scuola Cassero, Associazione Te@, Trama di Terre, Comunicattive.

Le attività rivolte ai ragazzi e alle ragazze hanno coinvolto preadolescenti e adolescenti dagli 11 ai 19 anni, sia italiani che migranti di seconda generazione. Filo conduttore dei diversi percorsi laboratoriali la riflessione che collega stereotipi di genere, ruoli di genere nella società, relazioni sentimentali e violenza maschile contro le donne. Attraverso lavoro in piccoli gruppi, brainstorming collettivi, scrittura di post it, cartelloni e scelta di immagini, si è inizialmente proposto ai ragazzi e alle ragazze di ragionare insieme sulle aspettative sociali differenti che ancora riguardano uomini e donne, sui modelli di “vero uomo” e “vera donna” e  sugli immaginari della sessualità e delle relazioni ancora impregnati di disparità e pregiudizi. Dopo la riflessione sugli stereotipi ogni laboratorio ha poi affrontato il tema specifico della violenza di genere, attraverso il coinvolgimento di peer educator più grandi, proiezione di video e utilizzo di materiali visivi, drammatizzazioni, discussione in gruppo su esempi concreti. Ai ragazzi e alle ragazze è stato proposto un percorso che li aiutasse non solo a conoscere la violenza come fenomeno sociale ma soprattutto a ri-conoscere la violenza nelle proprie relazioni e all’interno dei gruppi di coetanei. Un’attenzione specifica è stata dedicata in molti dei laboratori al fenomeno della violenza in rete, che riguarda specificamente gli e le adolescenti e purtroppo sempre più anche ragazzi e ragazze preadolescenti: dalle varie forme di cyberbullismo alla pratica del sexting (condivisione tramite smartphone e sui social network di immagini sessualmente esplicite) alla forma specifica del revenge porn con la divulgazione di immagini private a scopo di vendetta dopo un rifiuto o la fine di una relazione.

Sulle forme specifiche della violenza in rete tra giovanissimi e in generale sulla capacità di prevenire possibili forme precoci di violenza di genere tra adolescenti si è discusso anche nei laboratori rivolti agli adulti che, in quanto genitori o nel ruolo formativo di insegnanti ed educatori, hanno necessità di acquisire strumenti di comprensione e di intervento.

Il 12 maggio, in occasione dell’incontro di presentazione dei risultati del progetto, è stato realizzato un ulteriore momento laboratoriale che, attraverso il potente strumento del teatro dell’oppresso, ha proposto un’esperienza verso il cambiamento: la compagnia PartecipArte ha messo in scena “Amore mio”, uno spettacolo che mostra le 3 tappe che portano una coppia dall’amore alla violenza: possesso, isolamento e violenza. Attraverso il teatro forum, una pratica di teatro dell’oppresso che permette al pubblico di interrompere la messa in scena, intervenire, sostituirsi ad uno dei personaggi e cambiare il corso dello storia, lo spettacolo mostra che tutti/e abbiamo un ruolo da giocare nella prevenzione alla violenza di genere e che possiamo aiutare una persona che sta entrando in una relazione in cui l’amore diventa possessività e controllo.