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“Porto Pocket Park”, in via Marzabotto un giardino tra design e memoria

Dal Quartiere Navile al Quartiere Porto-Saragozza, per creare comunità attraverso il recupero degli spazi pubblici e della memoria. Dopo il “parco tascabile” realizzato in via della Beverara, l’associazione Landeres – paesaggi resilienti continua la sua opera di rigenerazione sociale e ambientale con “3PS – Porto pocket park per lo sviluppo sociale sostenibile”, un nuovo intervento di progettazione partecipata, il terzo sostenuto dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. “Coinvolgeremo una ventina di ragazzi che frequentano il centro di formazione Fomal nella trasformazione di un’area pubblica scarsamente utilizzata in via Marzabotto”, spiega Davide Natale, presidente dell’associazione.

Lo spazio ospita dal 1975 il “Muro della Resistenza”, con 6 lapidi in memoria dei partigiani caduti nella guerra di Liberazione. “E infatti l’Anpi partecipa al progetto insieme al Quartiere Porto-Saragozza e ad altri soggetti della comunità, a partire dagli anziani e dai parrocchiani che frequentano il circolo e la chiesa adiacenti”, continua Natale. A partire da marzo, gli studenti del Fomal seguiranno un laboratorio sull’organizzazione e l’ideazione degli spazi pubblici aperti. Dalla teoria alla pratica, con le ricognizioni sul campo in via Marzabotto e la definizione dell’idea concettuale. “Il punto non sarà solo progettare insieme, ma sensibilizzare i giovani all’uso di uno spazio che è di tutti, portandoli a confrontarsi con la memoria e con la storia”.

Nella progettazione si terrà conto della specificità del luogo e dei bisogni di chi ci vive o lo frequenta. La tabella di marcia prevede che entro maggio il progetto venga condiviso tra tutte le realtà coinvolte e sottoposto agli uffici competenti del Comune. Lo spazio sarà dotato di un sistema di sedute e di contenitori per piante dal design industriale studiato per gli spazi urbani, che lo renderanno più efficace sotto i profili estetico e funzionale, un “luogo di interazione e di integrazione sociale”. I manufatti, in una lega di alluminio e magnesio, saranno realizzati da artigiani bolognesi, con consegna per il prossimo luglio.

“Uno dei valori aggiunti di questa tipologia di progettazione partecipata – conclude il presidente dell’associazione Landeres – è rappresentato dalla capacità di rigenerare un ambito del quartiere in un tempo ristretto e con costi molto contenuti”.

Photo credit: Storiaememoriadibologna.it