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Quello che possiamo imparare in Africa

Vi invitiamo all’Oratorio San Filippo Neri martedì 12 ottobre alle ore 18.30 per la presentazione del libro “Quello che possiamo imparare in Africa. La salute come bene comune“.

“Quello che possiamo imparare in Africa. La salute come bene comune” è la straordinaria storia settantennale di Medici con l’Africa Cuamm nel racconto della sua guida, don Dante Carraro, insieme allo scrittore Paolo Di Paolo.

«L’Africa ci insegna, o almeno a me ha insegnato, che il lamento serve a poco; ciò che fa la differenza è passare dal lamento al rammendo. E trovare strade nuove per dare valore a quanto ci sembrava perduto. Mi ha insegnato a mettere alla prova tutti gli schemi fissi, compreso un certo delirio di onnipotenza occidentale. Mi ha insegnato che la frugalità non è un limite, ma può diventare un’opportunità per far leva più sull’intelligenza e lo studio che sul denaro. E a non avere paura dei figli: sono vita, coraggio, sfida, futuro, entusiasmo».

Quello che possiamo imparare in Africa, la trama

Nella narrazione in prima persona, un ragazzo della provincia veneta, neolaureato in medicina nel 1983, comincia a interrogarsi su se stesso e nel 1991 sceglie di diventare sacerdote, impegnandosi nelle chiese di periferia, venendo a contatto con ambienti sociali difficili. Poi l’allora vescovo di Padova lo manda al Cuamm, lì incontra il fondatore Francesco Canova e il direttore don Luigi Mazzucato. Nel 1995, il suo primo viaggio in Africa nel Mozambico da poco uscito dalla guerra civile.

È l’inizio di un’avventura personale e collettiva, tutta interna alla più grande organizzazione italiana in Africa, che coinvolge soprattutto le fasce più deboli della popolazione – con programmi di cura e prevenzione, interventi di sviluppo delle strutture sanitarie, attività dedicate ai malati (HIV, tubercolosi, malaria), formazione di medici, infermieri, ostetriche e altre figure professionali – e che ha costruito presidi medici in 43 paesi. Attualmente è presente in Angola, Etiopia, Mozambico, Repubblica Centrafricana, Tanzania, Sierra Leone Sud Sudan e Uganda. Una presenza stabile e strutturata in cui – come scrive don Dante – c’è molto da fare per formare medici e strutture autosufficienti ma c’è anche molto da imparare. Non solo sugli africani, ad esempio sul loro rapporto con la natura, ma anche su di noi occidentali, capaci di tirar fuori risorse inaspettate quando ci confrontiamo con realtà così estreme e lontane.

Aiutarli a casa loro? Sì, certamente, dice Dante Carraro, se comprendiamo che l’Africa non è quel monolite stereotipato che pensiamo, ma una realtà molto diversificata. E se siamo in grado di uscire da una logica di emergenza per entrare in una di solidarietà nel tempo, nella consapevolezza di un destino comune.

Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Informazioni e prenotazioni: Maria Periti 3483962569 – m.periti@cuamm.org