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Raccolta di segni

Dal 24 gennaio al 16 marzo 2008 

Nel gennaio del 2008 viene presentato alla città il nuovo simbolo della Fondazione del Monte, elaborato da Pirro Cuniberti, e la mostra dedicata all’artista dal titolo “Raccolta di segni”, allestita nella sede di via delle Donzelle dal 24 gennaio al 16 marzo 2008, a ingresso libero.
La Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna ha deciso di rivisitare la propria immagine attraverso l’elaborazione di un nuovo simbolo che, d’ora in poi, contrassegnerà i luoghi o le iniziative culturali, sociali, di ricerca cui la Fondazione assicura il proprio contributo.
Il segno che, finora, ha rappresentato la Fondazione ha inteso richiamare l’antica tradizione con la riproduzione della cosiddetta “Pietà”: il Cristo sorretto da due angeli che viene deposto nel sepolcro. Un’immagine relativa alla tradizione greca e medio orientale dei secoli XIII e XIV, alla quale si accosta il riferimento al Monte di Pietà da cui la Fondazione ha tratto la propria origine. I Monti di Pietà, infatti, sono nati verso la fine del XV secolo su iniziativa dei Francescani per erogare prestiti a persone in difficoltà. Oggi la Fondazione, erede del Monte di Pietà di Bologna sorto nel 1473 e di quello di Ravenna, continua a rivestire un ruolo importante quale strumento di solidarietà sociale.
L’artista che ha condensato la storia e l’antico simbolo in un nuovo segno – la lettera M sovrastata dalla stilizzazione di Cristo in Croce – è Pirro Cuniberti. Nell’interpretazione dell’artista viene mantenuta e amplificata la lettera M di Monte, che accoglie in sé tutta la tradizione, sopra alla data del 1473 che ricorda il costituirsi del Monte di Pietà. Pirro Cuniberti, infatti, ha affinato senza mutare, ripercorso senza delegittimare, il senso della tradizione.
Il disegno e la scrittura, l’essenzialità del tratto grafico e l’effusione della pittura: è questa la dimensione che Pirro Cuniberti esplora da oltre mezzo secolo, paziente come un archeologo, preciso come uno scienziato, oscuro e fantastico come un alchimista. Allievo di Moranti e di Guidi, Pirro Cuniberti è pittore tra i più rappresentativi dell’arte contemporanea italiana. Centrale è l’incontro tra forma e parola, al quale l’artista ha dedicato uno studio di raffinata elaborazione, raggiungendo – anche lungo il tramite di un itinerario di valore semiologico – la certezza del simbolo e della sua comunicazione. “Segni duri, segni morbidi sfumati, segni che racchiudono forme nitide, segni che alludono, segni sgranati, segni da brivido…”(Pirro Cuniberti).
“Raccolta di segni” ben documenta tale percorso: oltre una sessantina di opere che comprendono sia dipinti su carta che su masonite – raffinata tecnica messa a punto dallo stesso Pirro – nelle quali sono riassunti tutti i temi e le figure chiave del suo universo pittorico.
La mostra non è solo un omaggio all’artista autore del nuovo simbolo, ma anche una riflessione sulla dimensione figurativa di cui Cuniberti ci ha reso partecipi.

Chi è Pirro Cuniberti

  • Pier Achille (Pirro) Cuniberti è nato a Padulle di Sala Bolognese il 10 settembre 1923.
  • Conclusa la formazione elementare, dal 1939 segue i corsi della Scuola per le Industrie Artistiche di Bologna. Sperimenta la pittura, l’intaglio e l’intarsio del legno e la ceramica.
  • Dal febbraio del 1943 è arruolato nel II Reggimento dei Granatieri di Sardegna, con i quali prende parte alla difesa di Roma. Richiamato l’anno dopo, è trasferito in Germania per l’addestramento. E’ in questo periodo che trova una riproduzione della Chambre d’Arles di Vincent Van Gogh, “ la semplicità di quella ‘pittura disegnata’ “ lo colpisce profondamente e ne orienta la ricerca una volta terminata la guerra.
  • 1945-48: è allievo di Giorgio Morandi e di Giovanni Romagnoli all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Esegue piccoli dipinti a olio, a tempera, a pastello e molti disegni. Stringe amicizia con Vasco Bendini, Sergio Romiti e Sergio Vacchi. Si appassiona alla poesia francese, legge Kafka, Garcia Lorca e gli scrittori americani.
  • 1948: è l’anno memorabile. Visita la prima Biennale di Venezia del dopoguerra: finalmente è davanti a Van Gogh, scopre l’arte di Turner, Rothko, Ernst, Moore e, soprattutto, quella di Paul Klee, che sarà l’incontro determinante con lo spirito fraterno.
  • Comincia la collaborazione con lo studio di pubblicità Mingozzi e con l’ufficio di propaganda della Ducati. Dall’inizio degli anni Cinquanta si dedica alla progettazione di oggetti, vetrine e allestimenti per fiere.
  • 1953 Insegna Disegno professionale alla Scuola d’arte di Bologna, un incarico che manterrà fino al 1978.
  • 1954 Vince il Premio O.R.U.B. Pittura e Bianco e Nero dell’Università di Bologna.
  • 1957 la sua personale al Circolo di Cultura di Bologna è presentata da Francesco Arcangeli.
  • 1961 Per il padiglione dell’Emilia Romagna alla mostra torinese Italia 61, esegue opere di grande dimensioni, tra le quali una scultura monumentale in cemento e ferro.
  • 1962 Inizia la pratica di disegnare e dipingere le pagine di destra di libri bianchi, di formato e grana diversi.
  • 1963 Nell’ambito di Tre progressioni, accanto a Luciano De Vita e Concetto Pozzati, presenta alla galleria bolognese De’ Foscherari due grandi dipinti (300×280): il sogno del cane e Cinque teste (donato all’università di Parma, Centro Studi e Archivio della Comunicazione).
  • 1965 Partecipa alla Quadriennale di Roma e alla mostra Presente Contestato presso il Museo Civico di Bologna.
  • 1966 Al XII Premio Spoleto vince con l’opera Tentativo di dialogo con un ufficiale di fanteria.
  • 1972 Enzo Biagi, direttore de “Il Resto del Carlino”, gli affida la veste grafica degli inserti del giornale. Alla X edizione della Quadriennale di Roma presenta una decina di lavori.
  • 1976 Presso la Galleria San Luca si apre la mostra I disegni di Cuniberti 1948-1975, composta da oltre un centinaio di opere, con presentazione di Pier Giovanni Castagnoli.
  • 1979 Inizia a lavorare su tavole di masonite, un composto industriale di legno pressato, con preparazione di base acrilica.
  • 1980 Artista dell’anno, riceve il Nettuno d’oro.
  • 1982 Espone al Centre Georges Pompidou di Parigi, nell’ambito di Livres d’art et d’artistes. La Pinacoteca Civica di Pieve di Cento gli dedica una vasta rassegna, curata da Graziano Campanini.
  • 1984 Andrea Emiliani lo presenta in Vita d’artista, un’antologica organizzata nella sezione didattica della Pinacoteca Nazionale di Bologna. Esce, per l’editore Feltrinelli, Milano, il libro di Stefano Benni Stranalandia, con illustrazioni di Cuniberti. Nel 1996, per Einaudi, Torino, realizza una serie di paesaggi fantastici ispirati a La trilogia del Capitano Nemo di Jules Verne; le tavole, saranno poi raccolte in un volume autonomo, con saggio di Paolo Fossati, dall’editore Exit di Lugo. Presso lo stesso aveva dato alle stampe, nel 1992, Paso Doble, un libro di disegni eseguiti con Giosetta Fioroni e commentati da Mario Quesada.
  • 1991 A Ferrara, in Palazzo dei Diamanti, Claudio Cerritelli ripercorre l’intera carriera dell’artista.
  • 1996 Partecipa a un seminario, condotto da Paolo Fossati, alla Scuola Normale Superiore di Pisa.
  • 1998 Alla Loggetto Lombardesca di Ravenna è allestita Pirro Cuniberti. Voli vibrazioni fiabe, curata da Silvia Pegoraro.
  • 1999 Disegna il logo di “Bologna 2000 Città Europea della Cultura”.
  • 2003-2004 Bologna, in occasione dell’ottantesimo compleanno, rende omaggio all’uomo e all’artista con un’ampia antologica ospitata nelle sale del Museo Civico Archeologico.

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