Tubercolosi: nuovi marcatori molecolari e immunologici per la diagnosi

Titolo completo: La tubercolosi a Bologna e Ravenna: nuovi marcatori molecolari e immunologici per la diagnosi e il monitoraggio dei pazienti.

Responsabile del progetto: Paola Dal Monte, Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale, Università di Bologna

Durata: Febbraio 2018 – Ottobre 2019

Il progetto in sintesi: La tubercolosi (TB) rappresenta una delle principali infezioni legate ai fenomeni migratori: circa il 75% dei casi di TB in Emilia Romagna riguarda la popolazione immigrata. Il tema è di forte attualità e l’emergenza sanitaria potrebbe aggravarsi con l’aumento delle resistenze ai farmaci antitubercolari di prima linea.
L’avanzamento delle conoscenze riguardanti Mycobacterium tuberculosis (MTB), l’agente eziologico della tubercolosi e i suoi meccanismi patogenetici, hanno evidenziato nuovi marcatori molecolari e immunologici che hanno notevolmente migliorato lo studio dell’epidemiologia della TB, la diagnosi e la gestione del paziente.
Questo progetto si propone di utilizzare la tecnica di tipizzazione molecolare MIRU-VNTR per tracciare la mappa molecolare di tutti i ceppi di MTB circolanti a Bologna e Ravenna. Ci proponiamo di correlare il genotipo dei ceppi di MTB isolati a diversi fattori quali l’età, il sesso, il Paese di origine, l’etnia, nonché il profilo di resistenza ai farmaci e alla severità della clinica, utilizzando parametri quali la radiografia all’esordio della malattia e durante il follow-up terapeutico, e la risposta alla terapia, mediante valutazione del tempo di negativizzazione dell’esame microscopico e colturale.
Per quanto riguarda i marcatori immunologici, questo studio si propone di monitorare i pazienti con TB attiva durante la terapia anti-tubercolare con un test di nuova generazione in grado di misurare la risposta dei linfociti T CD4+ e CD8+ MTB-specifici ai fini di identificare un marcatore in grado di misurare l’efficacia della terapia antitubercolare.

Aggiornamenti: Da febbraio 2018 sono stati arruolati 53 soggetti con tubercolosi polmonare, di cui 38 (71.7%) nati all’estero e 15 (28.3%) in Italia. I Paesi di origine maggiormente rappresentati sono risultati essere quelli dell’Est Europa (42%), in particolare la Romania (9 casi), i Paesi africani (42%), in particolare il Marocco (7 casi), seguiti dai Paesi asiatici (13%) e America latina (2.6%).
Si conferma che la maggior parte di soggetti con TB polmonare sia di sesso maschile (68%) e che i soggetti stranieri siano statisticamente molto piu’ giovani (età media 35 anni) di quelli italiani (età media 60 anni).
L’esecuzione del saggio di suscettibilità ai farmaci anti-tubercolari ha evidenziato che 5 ceppi sono resistenti a uno o più farmaci. In particolare, 2 sono risultati multiresistenti. Per quanto riguarda la severità della clinica, tra i 53 pazienti arruolati, 27 (51%) avevano l’esame microscopico positivo, indice di alta contagiosità; per questi pazienti e’ ancora in corso la definizione dei tempi di negativizzazione degli esami microbiologici.
L’analisi del genotipo dei ceppi di MTB mediante la tecnica MIRU-VNTR (che esprime il numero di ripetizioni VNTR presenti in un determinato locus MIRU), al momento ha permesso di individuare i seguenti lineages: Haarlem, Cameroon, Delhi/CAS, LAM e Beijing; per la correlazione con i dati clinici è necessario aumentare la casistica.
Per quanto riguarda i marcatori immunologici, è stato adottato il test Quantiferon-Plus che misura l’attività dei linfociti T CD4+ e CD8+ MTB-specifici in termini di Interferon-gamma (IFN-Ɣ) prodotto . Ad oggi sono stati arruolati 27 pazienti con tubercolosi polmonare e a tutti è stato effettuato un dosaggio del test al tempo zero (t=0). Per 21 pazienti è stata anche fatta la valutazione della risposta dopo 2 mesi di terapia anti-tubercolare (fase di attacco) e solo per 10 pazienti dopo 6 mesi dall’inizio della terapia antitubercolare. I risultati, sebbene preliminari indicano che dopo un’iniziale incremento dei valori di IFN-γ nella fase di attacco della terapia, si ha una riduzione statisticamente significativa dell’attività dei linfociti T CD4+ e CD8+. Se i dati saranno confermati dall’ampliamento della casistica, la variazione di IFN-γ indotta dalla stimolazione MTB specifica potrebbe essere utilizzata come marcatore per il monitoraggio della terapia antitubercolare.

Gruppi e Dipartimenti coinvolti:
UR1: UO Microbiologia, Prof.ssa M.C. Re Bologna – Dott.ssa Paola Dal Monte
UR2: UO Malattie Infettive, Prof. P.L. Viale Bologna – Dott.ssa Maria Tadolini
UR3: UO Microbiologia Area Vasta Romagna – Prof. Vittorio Sambri
UR4: UO Malattie Infettive Ravenna – Dott. Paolo Bassi