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Specializzandi di medicina in Africa con Cuamm grazie alla Fondazione

Un contributo per permettere a due specializzandi della facoltà di medicina dell’Università di Bologna di lavorare dai 6 ai 12 mesi al St. Luke Catholic Hospital di Wolisso, Etiopia centrale, come JPO, Junior Project Officer. È il nuovo impegno della Fondazione del Monte per Medici con l’Africa Cuamm: due percorsi per un totale di 30 mila euro per portare, entro il 2020, il proprio contributo, oltre che i materiali necessari, nella struttura ospedaliera etiope.

La direzione sanitaria dell’ospedale St. Luke è affidata al Cuamm. La struttura ha inaugurato nel settembre del 2000 ed è entrata in attività all’inizio del 2001. All’interno ci sono numerosi reparti gestiti da personale locale e dallo staff Cuamm: maternità, ginecologia, pediatria, chirurgia, ortopedia, oftalmologia, oltre che diversi ambulatori. Il St. Luke fa anche attività di formazione su richiesta della CEI: è presente, infatti, una scuola per infermieri. Non solo: sempre grazie al Cuamm, è in essere il Walisso Project che dà l’opportunità agli studenti di medicina delle università locali di mettere in pratica le loro conoscenze. Obiettivo condiviso, preparare i medici cooperanti che, nel futuro, dovranno occuparsi dell’ospedale.

“È dal 2002 che portiamo avanti l’esperienza con i JPO – spiega Caterina Morganti, referente area Emilia-Romagna per Medici con l’Africa Cuamm –, in collaborazione con 25 atenei italiani. Dal 2002, sono stati 172 gli specializzandi che hanno preso parte a questa esperienza. Ora, grazie alla Fondazione del Monte, abbiamo due possibilità in più. È plausibile che questi due specializzandi, una volta individuati, partiranno scaglionati, per garantire un’esperienza completa e assicurare maggiore copertura all’ospedale. Si parte con un impegno di 6 mesi, prolungabili sino all’anno”.

L’esperienza dei JPO che potranno partire alla volta di Wolisso grazie alla Fondazione del Monte rientra nel macro progetto Cuamm avviato nel 2012 “Prima le mamme e i bambini. Mille di questi giorni (rinnovato per il periodo 2017/2021), che accompagna mamme e bambini, come dice il nome, in 4 step: il monitoraggio della gravidanza, il parto assistito, l’allattamento, il rischio malnutrizione. Mille giorni, dal periodo che va dall’inizio della gravidanza (che dura 280 giorni) fino ai primi 2 anni di vita del bambino.

“Il St. Luke serve un bacino molto ampio, circa un milione di persone: ci sono oltre 15 mila ricoveri l’anno, più di 5 mila parti – sottolinea Morganti –. Ha standard molto buoni e lavorarci rappresenta sicuramente un’esperienza formativa molto importante per gli specializzandi. Patologie nuove, risorse limitate: dal punto di vista lavorativo è un’attività molto diversa rispetto a quello a cui sono abituati. Devono fare i conti con emergenze e difficoltà che qui non conoscono. L’aspetto che colpisce maggiormente i JPO è la relazione con il personale locale: devono fare un’operazione e non c’è l’infermiera. Qui sarebbe impensabile, là è tutto sommato normale: magari deve percorrere chilometri e chilometri per arrivare, magari anche guadare un fiume. Quello che è certo, è che un’esperienza di questo tipo permette loro di capire se è davvero quello che vogliono fare nella vita”.