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Teatro e carcere: in scena “Dite alle sirene che ripasso”

Dopo un anno di laboratori di teatro, musica e di coro; dopo gli incontri nelle scuole con giovani e giovanissimi messi a confronto “con un’idea di giustizia, alternativa al carcere e riconciliativa”; dopo le prove insieme a registi, musicisti e anche ai propri familiari: è arrivato finalmente il momento del debutto per “Dite alle sirene che ripasso”, il nuovo spettacolo a cura di Gruppo elettrogeno teatro in programma giovedì 24 maggio alle ore 20.30 al Teatro Duse di Bologna. Sul palco, persone in misura alternativa o messa alla prova, gli operatori delle associazioni, degli enti e dei servizi che collaborano nelle varie fasi dell’esecuzione penale esterna al carcere, e poi gli attori vedenti, non vedenti e ipovedenti della compagnia Orbitateatro, il coro Arcanto e – in video – alcune persone affette da disturbi dello spettro autistico, della relazione e della comunicazione che hanno partecipato a un altro progetto di formazione di Gruppo elettrogeno teatro. Non solo: con loro ci saranno Bruce Dickey, considerato uno dei massimi cornettisti mondiali, la cantautrice Etta Scollo, la cantante Candace Smith, Rosita Ippolito alla viola da gamba e il polistrumentista Fabio Tricomi.

Lo spettacolo è il risultato finale del progetto artistico “I fiori blu”, nato nel 2012 dall’incontro tra Gruppo elettrogeno teatro e l’Uiepe di Bologna, l’Ufficio interdistrettuale esecuzione penale esterna del ministero della Giustizia. Un progetto, sostenuto dalla Fondazione del Monte, che in questi anni ha visto la partecipazione di un centinaio di persone che hanno accesso a misure alternative. “Di queste solo una ha avuto una recidiva”, dice il responsabile dell’area Misure e sanzioni di comunità dell’Uiepe di Bologna, Antonio Amato. Un caso su 100 contro il 70% di recidiva tra chi sconta l’intera pena in carcere. “E un punto di recidiva costa allo stato 51 milioni di euro”, ricorda Amato. Numeri che esprimono tutta la valenza di questo progetto, come sottolinea il direttore generale della Fondazione del Monte, Enrico Ratti: “In questo progetto noi facciamo la cosa più semplice: finanziarlo. Ma lo facciamo con convinzione, credendo che la cultura possa evitare che il carcere diventi un’università del crimine e che le misure alternative siano un vantaggio, anche economico, per la società”.

Per informazioni sullo spettacolo e la prevendita dei biglietti: http://www.gruppoelettrogeno.org/2018/05/dite-alle-sirene-che-ripasso-lo-spettacolo/