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Work-Lab, uno progetto per sostenere richiedenti asilo e rifugiati

Si chiama Work-Lab ed è uno spazio di sostegno, formazione e accompagnamento alla ricerca attiva del lavoro per richiedenti asilo e rifugiati. Il progetto, realizzato grazie al sostegno della Fondazione del Monte, è stato ideato da Informatici senza frontiere con la collaborazione di CittadinanzAttiva e Mondo Donna onlus.

Gli obiettivi. Obiettivi generali del progetto, formare un team specializzato, attivare e condurre 4 corsi di alfabetizzazione digitale per un totale di 48 utenti; migliorare e strutturare un servizio già esistente di accompagnamento alla ricerca attiva dell’impiego (a ogni utente sono proposti 4 incontri con un tutor, che sarà sempre lo stesso durante tutto il percorso); raccogliere dati sulle aziende e le possibilità di inserimento nel territorio.

Gli strumenti. Concretamente, come si declinano questi obiettivi? “Tra le nostre priorità – spiega il responsabile del progetto Giulio Asta di Informatici senza frontiere – c’è quella di educare a un utilizzo consapevole dello smartphone e alle possibilità date dallo strumento, in particolare per quanto riguarda la ricerca di un lavoro, la conoscenza del territorio e l’organizzazione personale, grazie ad applicazioni specifiche”. Work-Lab nasce anche per costruire una relazione con il territorio attraverso l’attivazione di percorsi personalizzati di ricerca basati sulle realtà territoriali: “Vogliamo accompagnare l’utenza verso una comprensione profonda del mercato del lavoro a livello locale, per permettere uno studio delle possibilità di impiego e per cominciare a fare previsioni sempre più accurate sui risultati della propria ricerca”. Ancora, si punta a educare a una comunicazione efficace per sostenere efficacemente un colloquio di lavoro e per presentarsi in maniera professionale, in forma scritta e orale.

La sperimentazione. Il progetto in essere è già stato sperimentato per 4 mesi, per un totale di 27 utenti. Alla fine del periodo, per il 55% degli utenti è stato attivato un percorso di ricerca autonoma e personalizzata del lavoro; per il 15% degli utenti sono stati attivati con successo percorsi di formazione professionale; l’8% degli utenti è riuscito a trovare un impiego durante la fase sperimentale, di cui il 4% con contratto a tempo determinato e l’altro 4% con contratto di collaborazione occasionale.

L’iter del progetto. Dopo la fase di formazione dedicata ai collaboratori del progetto, sono partiti i primi corsi di alfabetizzazione. Tra i primi 24 iscritti ci sono sia donne sia uomini, tra i 19 e i 50 anni, vengono soprattutto dall’Africa subsahariana. A marzo ai primi due corsi di alfabetizzazione si sono affiancate le attività di sportello Work-Lab per un totale di 48 utenti. “Nei nostri percorsi non è prevista la figura del mediatore. Siamo direttamente noi dello staff a parlare le loro lingue e i loro dialetti”. Terminato il primo ciclo di corsi, saranno raccolti i dati e maggio partirà il secondo ciclo. Riapriranno i corsi di alfabetizzazione per altri 24 iscritti e, parallelamente, continueranno le attività di affiancamento, a cui accederanno gli iscritti al primo ciclo di corsi. A luglio termineranno tutte le attività.

Il pregresso. “Prima dell’esperienza del Work-Lab, come Informatici senza frontiere avevamo già condotto una serie di corsi di alfabetizzazione informatica, con gli stessi partner di oggi ma in maniera meno strutturata – continua Asta –. Grazie a questa riprogettazione, potremo rispondere alla nostra utenza di riferimento con strumenti e metodologie sempre più innovative”.